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Golpe in Niger, i militari: "Abbiamo rovesciato il regime di Bazoum"  

I soldati hanno annunciato la rimozione del presidente, la chiusura delle frontiere e la proclamazione del coprifuoco. Gli Usa chiedono la liberazione immediata di Bazoum. Fonti Ue: molto preoccupati da eventi 

Afp

In Niger i militari della Guardia presidenziale hanno avviato un colpo di Stato destituendo il presidente Mohamed Bazoum. In una dichiarazione letta da un loro portavoce alla televisione nazionale di Niamey a nome del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria, i soldati hanno annunciato la rimozione di Bazoum, la chiusura delle frontiere terrestri e la proclamazione del coprifuoco notturno dalle 22 alle 5. Tutte le istituzioni del Paese, inoltre, sono state sospese.

L'annuncio in tv  "Noi, le forze di difesa e di sicurezza riunite all'interno del Cnsp, abbiamo deciso di porre fine al regime che conoscete", quello del presidente Bazoum, ha dichiarato il colonnello Amadou Abdramane affiancato da altri nove soldati in divisa. "Ciò segue il continuo deterioramento della situazione della sicurezza, il cattivo governo economico e sociale", ha aggiunto Abdramane sottolineando "l'attaccamento del Cnsp al rispetto di tutti gli impegni assunti dal Niger" e rassicurando "la comunità nazionale e internazionale riguardo all'integrità fisica e morale delle autorità deposte in conformità con i principi dei diritti umani".  

Il golpe  All'inizio della giornata, i membri della Guardia presidenziale del Niger hanno iniziato un ammutinamento circondando il palazzo presidenziale nella capitale Niamey e bloccando l'ufficio e la residenza di Bazoum. La presunta ragione dell'ammutinamento risiederebbe nell'intenzione di Bazoum di destituire il comandante della Guardia presidenziale, il generale Omar Tchiani.

Gli Usa chiedono la liberazione immediata del presidente  Immediata è arrivata la presa di posizione degli Stati Uniti che hanno chiesto "la liberazione immediata" del presidente Bazoum. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken. "Stamattina ho parlato con Bazoum e ho chiarito che gli Stati Uniti lo sostengono con forza come presidente democraticamente eletto del Niger. Chiediamo il suo rilascio immediato", ha affermato il segretario di Stato Usa durante una visita in Nuova Zelanda. 

Fonti Ue: molto preoccupati da eventi, Bazoum venga liberato  Il presidente del Consiglio Ue Charles Michel sta seguendo da vicino la situazione insieme all'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, secondo quanto si apprende da fonti europee. Come spiegano le fonti, il presidente Bazoum si trova nella sua residenza con la famiglia. "Siamo molto preoccupati per questi eventi, che equivalgono a un tentativo di prendere il potere con la forza. Chiediamo immediatamente che il Presidente Bazoum possa riacquistare la libertà", affermano le fonti. "Condanniamo tutti i tentativi di destabilizzare il Niger. I responsabili di questi atti saranno consegnati alla giustizia. Il Niger è un centro di stabilità e deve rimanere tale".

Guterres condanna i tentativi di sovvertire potere con la forza    Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sta seguendo gli sviluppi in Niger e condanna qualsiasi tentativo di prendere il potere con la forza nel Paese. Lo ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric. "Il segretario generale Antonio Guterres segue da vicino la situazione in Niger. Condanna con la massima fermezza qualsiasi tentativo di prendere il potere con la forza e di minare il governo democratico, la pace e la stabilità in Niger", ha dichiarato Dujarric.

Onu "sospende" operazioni umanitarie - Dujarric ha poi reso noto che le operazioni umanitarie dell'Onu in Niger "sono sospese" a causa del colpo di stato, mentre il Paese sta già affrontando una situazione umanitaria "complessa". Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), il numero di persone bisognose di assistenza umanitaria in Niger è aumentato da 1,9 milioni nel 2017 a 4,3 milioni nel 2023 e il numero di persone colpite da grave insicurezza alimentare dovrebbe raggiungere i 3 milioni durante la stagione magra (da giugno ad agosto) prima del prossimo raccolto.

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