Buone notizie per gli studenti universitari: il Governo ha deciso di aumentare i fondi a disposizione del sistema universitario, con particolare attenzione alla cura del benessere psicologico degli studenti. Così il Fondo per il Finanziamento Ordinario delle università statali arriva a toccare la cifra di 9,2 miliardi di euro. La principale fonte di finanziamento per le attività didattiche e di ricerca delle università italiane arriva a toccare livelli mai visti in passato: basti pensare che nel 2019 ammontava a 7,5 miliardi di euro.
Lo stabilisce un decreto, firmato dal Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che prevede più risorse per gli studenti e maggiori stanziamenti per i dottorati di ricerca. Sarà inoltre varato un piano straordinario di assunzioni del personale per le università e, tra le novità, è previsto anche un finanziamento ad hoc per il benessere psicologico degli studenti.
Più risorse per studenti e personale, assegni più ricchi per i dottorandi
Il MUR fa sapere che il fondo complessivamente è stato aumentato del 6,35% rispetto agli 8,6 miliardi stanziati nell’anno precedente, ed è di 2,5 miliardi la quota premiale per le università contro i circa 2,3 milioni del 2022. Nel dettaglio, oltre 4,3 miliardi sono destinati alla quota base, di cui 2,2 miliardi distribuiti sulla base dei costi standard di formazione degli studenti iscritti, con un incremento di 200 milioni rispetto al 2022.
In totale, poi, ammonta a circa 300 milioni di euro (con un aumento di 225 milioni) lo stanziamento previsto per il nuovo piano straordinario di reclutamento del personale per le università avviato nel 2022. A queste risorse si aggiungeranno ulteriori 340 milioni per le nuove assunzioni previste dal 2024.
Raddoppia, poi, a 30 milioni - come previsto dalla legge di bilancio 2022 - l’incremento dello stanziamento previsto per adeguare l’importo delle borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato. La dotazione per gli interventi perequativi rimane invariata e prevede uno stanziamento di 150 milioni di euro, anche se per gli atenei è diminuita l’incidenza percentuale (da 1,7% a 1,6%) per via dell’incremento complessivo del Fondo di finanziamento delle università.
Benessere psicologico degli studenti: complessivamente 70 milioni per tutelare la salute mentale degli studenti
Nel decreto Bernini non mancano riferimenti al benessere individuale dei ragazzi. Proprio per questo, per la prima volta in assoluto, il Fondo per il Finanziamento Ordinario destina un finanziamento ad hoc per il sostegno e il potenziamento dei servizi e degli interventi a favore degli studenti. Si parla di circa 37 milioni di euro, cifra messa a disposizione delle università per promuovere e favorire l’inclusione dei giovani con una attenzione particolare all’attivazione, o al consolidamento, di servizi di supporto al benessere psicologico, di tirocini curriculari e di placement dei laureandi.
In più, lo stesso MUR ha individuato ulteriori 40 milioni destinati a coprire iniziative di ricerca promosse dalle università e dalle istituzioni AFAM (l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) che mirino a dare risposte efficaci per supportare condizioni di particolare fragilità. Saranno almeno 16 le iniziative finanziate, che dovranno avere una durata annuale. Nella valutazione dei progetti il MUR riconoscerà un incentivo ulteriore, pari al 10% del valore del progetto stesso, a quelle iniziative che valorizzino le discipline sportive nei percorsi di miglioramento del benessere psicofisico ed emotivo dei ragazzi.
Aumenta di altri 5 milioni rispetto all’anno scorso, arrivando a 13 milioni di euro totali, la disponibilità per il sostegno degli studenti con disabilità e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento.
Cresce, infine, anche la quota base per gli Istituti ad ordinamento speciale, tra cui il Gran Sasso Science Institute (GSS) dell’Aquila (precedentemente finanziato su un altro capitolo di bilancio), la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e lo IUSS di Pavia (l’Istituto Universitario di Studi Superiori): dai 103 milioni del 2022 ai 122 milioni del 2023.
Fondi in crescita, ma ancora non siamo a livelli di altri paesi europei
“Sicuramente è un'ottima notizia, perché stiamo registrando una costante crescita dei fondi investiti in università e ricerca: dai 7,5 miliardi del 2019 siamo passati a oltre 9,3 del 2023. Tuttavia siamo ancora lontani dai livelli di spesa di altri paesi: come riporta una rilevazione della Fondazione Agnelli di qualche mese, in questo comparto l’Italia ha investito nel 2020 lo 0,3% del PIL contro lo 0,8% della Germania e l’1,7% della Finlandia. Quindi bisogna assolutamente continuare in questa direzione e incrementare ulteriormente gli investimenti e, in questo senso, la crescita degli ultimi anni fa ben sperare”, così commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.