Revolut, la super app finanziaria globale con 30 milioni di clienti nel mondo e 1.3 milioni di clienti in Italia, ha indagato come le varie generazioni approcciano le banche per gestire il proprio denaro. Lo studio è stato effettuato nel mese di luglio 2023 in collaborazione con la società di ricerche Dynata, su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 1000 individui maggiorenni.
Quasi 4 Millennial su 10 hanno almeno due conti in banca - Il 57% degli italiani ha un solo conto in banca, mentre il 32% ne ha due e il 6% afferma di averne tra tre e cinque. La generazione più incline ad avere più di un solo conto è quella dei Millennial: il 38% ne ha due e il 9% ne ha da tre a cinque. Il 4% degli italiani afferma di non avere nessun conto bancario e la percentuale sale al 5% tra le donne. L’8% della Generazione Z non ha conti in banca mentre tra gli over65 è solo l’1.7% a non averne.
Banca via smartphone: l’unica scelta per quasi la metà dei GenZ - Un italiano su tre (33%) afferma di preferire la banca da smartphone rispetto alla banca con filiale perché ritiene sia più flessibile (22% del campione) o perché si sente maggiormente in controllo del proprio denaro (11% del campione). La percentuale di chi preferisce le banche mobile sale al 47% nella fascia 18-24 anni e scende al 20% tra gli over65. Le banche con sportello ottengono il 23% delle preferenze, che dal 37% degli over65 scende progressivamente al 12% della GenZ. Un altro 33% preferisce invece una soluzione ibrida: due conti, di cui uno in una banca tradizionale e un altro in una banca da smartphone.
"Se guardiamo le preferenze del pubblico sotto i 45 anni, le banche da smartphone stanno rimpiazzando ormai quelle tradizionali e possono ambire a diventare il conto principale a tutti gli effetti. Sono considerate più flessibili e più utili a tenere monitorate le proprie spese, in ogni momento e ovunque si trovi il cliente - afferma Ignacio Zunzunegui, responsabile Sud Europa di Revolut -. Quando un’app bancaria offre un’esperienza eccellente non c’è più bisogno di recarsi in filiale, tutto può essere gestito dal proprio telefono, in tempi rapidi e - nel caso di servizi come Revolut - con costi molto ridotti”.
App e strumenti digitali per tenere traccia della spese: piacciono (anche) ai Boomer - Quasi 8 italiani su 10 (77%) credono che tenere traccia delle proprie spese possa aiutarli a gestire meglio le proprie finanze. In dettaglio, il 41% lo fa utilizzando app e strumenti digitali, dato che sale sopra il 45% tra GenZ e Millennial e si mantiene al livello della media nazionale (41%) nella fascia 55-64, i cosiddetti Boomer.
"Non sorprende vedere come l’utilizzo di app e strumenti digitali sia diffuso tra i più giovani e i Millennial, scenda nella fascia 45-54 e risalga nuovamente tra gli intervistati di 55-64 anni: è un chiaro segnale dello scambio di informazioni tra genitori e figli e dimostrazione di come le due generazioni si influenzino, nonostante il divario d’età", continua Zunzunegui.
Gli italiani di 55-64 anni affermano di utilizzare le liste scritte a mano nel 17% dei casi, addirittura meno della GenZ (che le sceglie per il 21%). Il 17% del campione utilizza la propria app bancaria o sito di home banking ma li ritiene poco dettagliati rispetto alle proprie necessità. La pensa in questo modo il 19% della GenX e il 20% dei Millennial. C’è poi un 10% che non monitora le proprie spese ma vorrebbe iniziare a farlo.
Cambiare banca per tassi d’interesse migliori: Millennial e GenX i più propensi - Cambiare banca per ottenere tassi d’interesse più vantaggiosi può essere una scocciatura, ma il 57% degli intervistati pensa ne valga la pena o l’ha già fatto. In particolare, tra Millennial e GenX il dato sale rispettivamente al 63% e 64% ma scende al 46% tra gli over65. Solo il 18% degli italiani afferma di essere felice delle condizioni offerte dalla propria banca, mentre l’8% pensa che cambiare sia troppo stressante. I meno propensi a un eventuale cambio, a causa dello stress che comporta, sono i giovani della GenZ (10%). Gli over65 sono quelli che in misura maggiore (7% rispetto al 5% di media nazionale) affermano di prestare meno attenzione ai tassi di cambio applicati ai conti.