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Salario minimo, il governo apre al dialogo con le opposizioni ma resta lo scontro sul rinvio

"Non votare nessun emendamento e arrivare in Aula" per rinviare la discussione a dopo l'estate, la proposta del presidente di Commissione Walter Rizzetto

Sul salario minimo Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro alla Camera e deputato di Fdi, apre al dialogo con le opposizioni. "Per l'ennesima volta, come presidente della commissione Lavoro e rappresentante del centrodestra, ho avanzato alle opposizioni una proposta che va verso il confronto sulla proposta di legge sul salario minimo: non votare nessuna emendamento domani e arrivare in Aula senza relatore". Lo scopo, aggiunge, è "poi approvare una sospensiva alla proposta per approfondire ancora il dibattito". La replica del Pd: "Nessun rinvio, in Aula anche ad agosto".

Rush finale per le trattative tra maggioranza e opposizione per definire l'iter in Parlamento Al centro della partita, l'emendamento soppressivo presentato in Commissione dalla maggioranza, che comprometterebbe il futuro della proposta. Pd, M5s, Azione, Avs e Più Europa, nella riunione dei capigruppo, provano a serrare le fila, chiedendo a gran voce che l'emendamento venga ritirato.

Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega, dopo una fitta discussione interna, ribadiscono la contrarietà alla richiesta delle opposizioni mettendo sul piatto una mediazione: "Non votare nessun emendamento ed arrivare in Aula" per rinviare la discussione a dopo l'estate, spiega il presidente di Commissione Walter Rizzetto. Un modo per prendere tempo e affrontare la discussione nel merito a settembre. La maggioranza tenta la via d'uscita per evitare lo scontro frontale in Commissione.

Dopo le indiscrezioni che hanno riportato una "apertura" del premier Giorgia Meloni sul salario minimo, sono in molti a evidenziare le fratture interne alle forze di governo sulla questione. Con un fronte "aperturista", da una parte, e un fronte meno disposto a cedere, ben rappresentato dalle recenti dichiarazioni degli esponenti di Forza Italia contro il salario minimo. Alla fine, salta fuori l'escamotage, con cui la maggioranza evita di dare all'opinione pubblica un segnale politico controverso, bocciando la proposta in Commissione con il voto dell'emendamento soppressivo. L'intento, esplicitato nei giorni scorsi, è ben chiarito dallo stesso Rizzetto. Secondo cui, in Aula, la maggioranza sarebbe pronta ad "approvare una sospensiva alla proposta per approfondire ancora il dibattito": l'esame della pdl slitterebbe a settembre. In tal modo il governo potrebbe lavorare meglio alla sua controproposta. L'ipotesi avanzata dal deputato di FdI non coglie di sorpresa il Pd, che in parte grida vittoria. "Se il presidente Rizzetto ragiona sul fatto di non votarlo in commissione - dice il capogruppo Dem in Commissione Lavoro Arturo Scotto - significa che ha funzionato la strategia dell'opposizione: abbiamo evitato uno sfregio a milioni di persone".

Le preoccupazioni su quanto possa avvenire in Aula restano. La pdl arriverà a Palazzo Montecitorio giovedì. Sulle intenzioni della maggioranza, Scotto è scettico. "Non mi convince - dice - che si sospenda il lavoro sul salario minimo, magari perché si perda nel porto delle nebbie delle divisioni della maggioranza". Il Pd si dice "disposto a lavorare anche ad agosto", e ribadisce la contrarietà al "rinvio". Il leader M5s Giuseppe Conte avverte. "Se c'è una proposta concreta di confronto - dice - lo possiamo accettare, altrimenti non accettiamo rinvii, bluff e meline". "Siamo rimasti a chi dice - aggiunge - che il salario minimo è una misura ideologica, sovietica, una forma di assistenzialismo, uno specchietto per le allodole". Sulla proposta di Rizzetto, aggiunge: "La maggioranza sarebbe disposta a rimangiarsi la cancellazione: è un primo passo, ma non abbastanza, soprattutto se accompagnato dalla volontà dilatoria di questa maggioranza".

Dopo le tensioni tra Pd e M5s della settimana scorsa in Commissione, le diplomazie sono al lavoro. Con contatti fitti tra Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein. Il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, intanto, invita il governo a non "scappare" e a "venire in Aula a confrontarsi sul merito". Mentre il leader di Azione Carlo Calenda spera in un segnale dal governo: "Ae la destra presenta un buon provvedimento, noi lo voteremo". 

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