“Le truffe affettive riguardano tutti, uomini e donne di qualsiasi età. Persino gli adolescenti possono rimanerne vittime”. Sabrina Bonino, psicoterapeuta presso l'Asl 2 Savonese, spiega: “Agli adulti vengono chiesti soldi, ai ragazzini magari foto e video porno. L'unico modo per salvarsi è saperle riconoscere”.
Secondo le statistiche, in Italia le vittime di truffe affettive sono oltre 13mila. Come si fa a cadere nella rete?
“Ci si casca perché, di fatto, ciascuno di noi pensa: 'A me queste cose non possono succedere'. Purtroppo, però, non è così. Dietro queste truffe si nascondono organizzazioni criminali super organizzate, con tanto di psicologi a libro paga. Sono esperti, sanno come abbordare le persone e plagiarle. Raramente avvicinano le vittime su siti di incontri. È più facile che il primo contatto avvenga su portali meno 'esposti', anche sui social network, magari con un commento innocuo a un post della persona che vogliono truffare. Studiano le vittime da un punto di vista economico e anche psicologico: magari sei un collezionista e scrivi un commento su un gruppo. Ne nasce una conversazione, pensi di avere conosciuto qualcuno con cui condividi un interesse comune e poi questa persona inizia a manipolarti diventando gentile, inondandoti di attenzioni e premure, facendoti sentire speciale. All'improvviso sparisce, per poi ricomparire. Si chiama 'love bombing', è una tecnica di plagio che usano anche le sette. Lo scopo è prendere il totale controllo della persona”.
Quali sono i segnali per capire che la persona che ci ha contattati è un possibile truffatore?
“Quando ci rendiamo conto che c'è una invadenza di questa persona nella nostra quotidianità, un po' troppa attenzione da parte di quel soggetto verso di noi, bisogna drizzare le antenne. Anche se magari l'attenzione non è ancora su aspetti economici. Altri segnali sono il non incontrarla mai, neanche in videochiamata. Se poi arrivano richieste di soldi, è una truffa”.
Come si fa a capire se una persona alla quale vogliamo bene è vittima di questi truffatori?
“Bisogna cogliere i segnali. Si isola, passa tanto tempo su Internet o al telefono, la relazione virtuale diventa un po' troppo importante rispetto al mondo reale, non ci presenta mai la persona che dice di frequentare. Non riuscire mai a incontrarli è il segnale più evidente".
Che cosa si può fare in questi casi?
"Mai isolarsi, ma parlare di quello che ci sta succedendo, confidarsi con le persone che ci vogliono bene. Contattare associazioni come Acta (www.facebook.com/ACTAitalia), esperte nell'individuare i truffatori e fare capire alla vittima quello che sta accadendo”.
Come se ne esce?
“È difficile, perché ti crolla il mondo addosso. È come essere vittime di uno stupro non fisico, ma emozionale. Le vittime soffrono di stress post-traumatico. In più si sentono stupide per esserci cascate, poiché se ne parlano vengono prese in giro. Entrare in contatto con un'associazione ti fa capire che non sei solo. Per superare il trauma è necessaria una psicoterapia ad hoc”.