Salario minimo, FdI avverte le opposizioni: "Rinvio a settembre o si voterà l'emendamento soppressivo"
È questo lo scenario descritto dal presidente della commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto. Foti: "La situazione consiglierebbe di posticipare la discussione in Aula prevista per il 28 luglio"
Sul salario minimo, Fratelli d'Italia invita le opposizioni a concedere un rinvio dell'esame della loro proposta così da aprire a settembre un confronto più ampio sul tema del lavoro e della retribuzione. In caso contrario, si andrà alla votazione dell'emendamento soppressivo prima in commissione e poi, probabilmente, anche in aula. È questo lo scenario descritto dal presidente della commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto, interpellato in merito alle voci circa un'apertura da parte del premier Giorgia Meloni al confronto con le opposizioni sul salario minimo.
"L'apertura c'è sempre stata: io stesso avevo proposto, visto che hanno fatto un provvedimento rimandando l'efficacia e le coperture di un anno e mezzo, di rimandare a settembre un ragionamento più ampio su salari e lavoro perché anche la maggioranza potesse dire la sua", spiega Rizzetto, che commenta poi la disponibilità al dialogo espressa dalla leader del Pd, Elly Schlein: "Convinca i suoi deputati a sospendere la commissione e a riprendere il ragionamento a settembre, perché il problema è che Pd e Cinque stelle stanno facendo un braccio di ferro inutile per una cosa che parte tra un anno e mezzo, a fine 2024, senza tra l'altro prevedere le coperture finanziarie", continua l'esponente di FdI. Quindi, l'unica soluzione è che "le opposizioni concedano un rinvio" della discussione in Parlamento, "perché la proposta è loro".
"Io, da presidente della commissione ho l'obbligo di traghettare il progetto di legge in aula il 28 luglio. Quindi, stando così le cose, martedì si vota l'emendamento e poi in aula si vede. Se invece le opposizioni chiedono di rinviare l'esame del provvedimento per me va bene", conclude Rizzetto.
Foti: "Opposizioni concedano rinvio" - Sul salario minimo "pur senza volere politicamente infierire, la situazione consiglierebbe, ma servirebbe buonsenso, di posticipare la discussione in Aula prevista per il 28 luglio, e ciò se ci si vuole realmente confrontare nel merito della proposta. Diversamente, le opposizioni potranno godere di qualche ora di propaganda, ma senza che ciò serva a dare alcun beneficio concreto a quei lavoratori che dicono di volere tutelare". Così il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti.
Foti chiarisce che "il tema del salario minimo, o salario dignitoso come sarebbe meglio chiamarlo, si può affrontare se si abbandona l'impuntatura, tutta ideologica, di fissarne per legge l'ammontare orario. Piaccia o meno a chi ci accusa di volere mantenere schiavi tre milioni di lavoratori. Con buona pace di Schlein e Conte, gli altri al più acconsentono, il duo giallo-rosso omette di dire che la loro proposta esclude in partenza oltre 1 milione di lavoratori, quelli del lavoro domestico, è priva copertura finanziaria, produrrebbe effetti tra 1 anno e mezzo". E prosegue: "A tacere del fatto che coloro che oggi gridano allo scandalo sono gli stessi esponenti di Pd e 5 Stelle che, pur di mantenere posti di potere quando erano al governo, non hanno approvato nei precedenti anni alcuna legge sul salario minimo".