Per la morte di Andrea Purgatori sono due le persone iscritte nel registro degli indagati nel procedimento aperto dalla Procura di Roma, dopo una denuncia presentata dai familiari. Nei confronti dei due, che operano in una struttura di diagnostica della Capitale, l'accusa è di omicidio colposo. Intanto i pm dovrebbero affidare la prossima settimana l'incarico per effettuare l'autopsia.
Gli inquirenti stanno acquisendo, affidando l'attività ai carabinieri del Nas, tutto il materiale, comprese le cartelle cliniche, dove Purgatori è stato in cura: si tratta sia di strutture private che pubbliche.
Il tumore ai polmoni -
Nell'atto depositato in Procura a Roma, finito sul tavolo dei magistrati Sergio Colaiocco e Giorgio Oran, i familiari chiedono che venga accertato se la cura di radioterapia, a cui era sottoposto il giornalista per un tumore ai polmoni, non ne abbia accelerato il decesso. Il giornalista, infatti, era ricoverato per sottoporsi alle cure radioterapiche per un cancro polmonare che aveva provocato problemi al cervello. Secondo la famiglia, le presunte irregolarità sulle cure somministrate andrebbero ricercate proprio nel decorso della patologia celebrale, che a loro avviso, avrebbe subito un'accelerata dopo le terapie anti-tumorali. L'autopsia servirà a chiarire se Purgatori fosse affetto da metastasi tumorali al cervello. Nel corso degli accertamenti diagnostico strumentali, avvenuti in un'altra clinica della Capitale, non sarebbero state evidenziate negli esami radiologici. Secondo i medici di un'altra struttura a cui si era rivolto il giornalista, le lesioni emerse dalle immagini radiologiche erano dovute a un'ischemia. Questo è uno degli aspetti che la Procura intende chiarire perché, se la circostanza dovesse essere confermata, con l'errore nella diagnosi, la terapia somministrata sarebbe stata sbagliata.