Pnrr, cosa prevede la terza rata: risorse, obiettivi e tempistiche
La terza tranche è di 18,5 miliardi di euro, che verranno versati entro la fine del 2023. I traguardi da raggiungere si dividono in diverse macro-aree, dalla digitalizzazione alla rivoluzione green fino alla salute
Grazie a una modifica del target sugli alloggi universitari, il governo è riuscito a sbloccare la trattativa per la terza rata del Pnrr. Bruxelles aveva infatti messo in stand-by la tranche dopo che l'Italia non era riuscita ad assicurare entro la fine del 2022 i 7500 nuovi posti letto negli studentati. La soluzione individuata da governo e Commissione europea sposta quest'obiettivo dalla terza alla quarta rata, trasformandolo da quantitativo - e quindi numerico - a qualitativo. Scompare quindi la cifra dei nuovi alloggi - un aspetto che aveva allarmato le associazioni degli studenti - ma resta l'obiettivo complessivo di creare 60mila alloggi entro il 2026. Ma cosa prevede nello specifico la terza rata?
Le difficoltà pregresse - Il confronto sulla terza rata va in realtà avanti dalla primavera del 2023, perché la verifica dei 55 obiettivi che l'Italia doveva completare entro dicembre 2022 è stata più complicata del previsto. Come sottolineano fonti di governo, la terza rata è stata una "sfida particolarmente complessa" perché l'esecutivo si è insediato il 22 ottobre 2022 e c'erano ancora 30 obiettivi da raggiungere entro la fine di quell'anno, e tutti hanno richiesto interventi legislativi.
Quanto vale - La terza rata è pari a 18,5 miliardi di euro, anche se la somma inizialmente prevista era di 19 miliardi. Perché questo cambiamento? L'intesa raggiunta con Bruxelles prevede il "travaso" di 519 milioni di euro dalla terza alla quarta rata, che sarà dunque pari a 16,5 miliardi di euro (anziché 16).
Quando arriva - C'è ancora incertezza sulla data del versamento. Le ipotesi sono due: 1) la terza e quarta rata consegnate all'Italia simultaneamente nella seconda metà del 2023, per un totale di 35 miliardi di euro (ossia 18,5 miliardi + 16,5 miliardi); 2) la terza rata versata il prima possibile e la quarta entro la fine del 2023.
Gli obiettivi - La terza rata prevede 54 obiettivi, invece dei 55 iniziali. Con lo spostamento di un obiettivo alla quarta rata (gli alloggi universitari), quest'ultima tranche ne prevede 28 anziché 27. Gli obiettivi si articolano in sei "missioni" o macro-aree di intervento: 1) Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, al fine di sostenere la transizione digitale del Paese e la modernizzazione della Pubblica amministrazione, delle infrastrutture di comunicazione e del sistema produttivo; 2) Rivoluzione verde e transizione ecologica, con l'obiettivo di realizzare la transizione verde ed ecologica dell'economia italiana, coerentemente con il Green Deal europeo; 3) Infrastrutture per una mobilità sostenibile, con la finalità di rafforzare ed estendere l'alta velocità ferroviaria nazionale e di potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno; 4) Istruzione e ricerca con al centro i giovani, con l'obiettivo di rilanciare la crescita potenziale, la produttività, l'inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del futuro; 5) Inclusione e coesione, che si focalizza sulla dimensione sociale e spazia dalle politiche attive del lavoro, con al centro il potenziamento dei Centri per l'impiego e del Servizio civile universale, all'aggiornamento delle competenze, fino al sostegno all'imprenditoria femminile. Sono inoltre previste misure per rafforzare le infrastrutture sociali per le famiglie, le comunità e il terzo settore, inclusi gli interventi per la disabilità e per l'housing sociale; 6) Salute, con l'obiettivo di rafforzare la rete territoriale e ammodernare le dotazioni tecnologiche del Servizio sanitario nazionale, con il rafforzamento del Fascicolo sanitario elettronico e lo sviluppo della telemedicina.
Le risorse del Pnrr - Sono 191,5 i miliardi di euro del Pnrr, ripartiti in 69 miliardi di sovvenzioni e 122,5 miliardi di prestiti. Per ottenerli al competo, l'Italia deve raggiungere 525 obiettivi (tra milestone e target), 190 misure tra riforme e investimenti da mettere a terra.
Le risorse già ottenute - Roma ha ricevuto da Bruxelles quasi 67 miliardi di euro per sostenere gli interventi inseriti nel piano: i primi 24,9 miliardi sono stati erogati ad agosto 2021 in forma di pre-finanziamento (pari al 13% del totale), suddivisi in 9 miliardi a fondo perduto e 15,9 di prestiti. La prima rata da 21 miliardi è poi arrivata ad aprile 2022, distribuita in 10 miliardi di sovvenzioni e 11 di prestiti. Un importo di egual misura e identica ripartizione è stato incassato a dicembre 2022 per la seconda tranche.
Le risorse da ottenere nel 2023 - Come detto, dopo l'accordo con la Commissione europea non cambia l'importo complessivo di terza e quarta rata attese nel 2023 (35 miliardi di euro), ma viene modificata la ripartizione. La terza rata è di 18,5 miliardi di euro (invece di 19) e la quarta di 16,5 miliardi (invece di 16).
Le tappe successive - Il governo ha chiarito che non esiste una scadenza semestrale per la richiesta dei fondi europei, bensì il vincolo da rispettare sono due richieste all'anno, non necessariamente ogni sei mesi. La rimodulazione del Pnrr rivede inoltre diversi obiettivi, a partire da quelli legati alla quinta rata da 18 miliardi di euro. Questa tranche verrà richiesta nei primi giorni del 2024 dopo aver completato gli obiettivi entro l'anno. Sempre nel 2024 il governo potrà chiedere anche la sesta rata da 11 miliardi, mentre nel 2025 ci sono sul tavolo la settima da 18 miliardi e l'ottava da 11 miliardi. Le ultime due nel 2026: la nona da 13 miliardi e la decima da 18,1 miliardi.