"Per la seconda volta il sindaco ha deciso di fare riemergere la scritta Dux, impressa sulla roccia dalla propaganda fascista, a Villa Santa Maria (Chieti), nel Sangro dei patrioti della Brigata Majella, a uno sguardo dal loro sacrario". Torna a denunciare l'iniziativa l'esponente di Italia Viva Camillo D'Alessandro sulla sua pagina Facebook, pubblicando anche il video degli operai al lavoro per il "restauro". "Quando ero parlamentare, - scrive D'Alessandro, ricordando l'accaduto di quattro anni fa - sollevai il caso, se ne occupò stampa. Il tempo e il disonore hanno cancellato quella scritta, il sindaco la fa riemergere per la seconda volta. Non vorrei che per farlo siano addirittura stati impiegati fondi pubblici. Ma la domanda è perché?". A dar supporto a D'Alessandro anche l'Anpi. La scritta, realizzata nel 1940, delle dimensioni di 4 metri per tre, sovrasta la cittadina abruzzese. E l'Anpi presenta un esposto alla Procura di Lanciano.
Sul costone della montagna di Chieti riappare la scritta Dux: il video del "restauro" -
"Ho ricevuto questo video sui lavori di 'restauro' della scritta Dux", continua D'Alessandro su Facebook mostrando operai al lavoro sul costone, a ripulirlo dai licheni che occultavano il tutto.
"Non so chi ha pagato, - aggiunge - ma di fatto questi lavori, come minimo, sono stati chiesti o autorizzati dal Comune. Ovviamente le autorità preposte controlleranno se quei lavori sono stati fatti in sicurezza, sulla base di quale processo decisionale ecc."
"Indipendentemente dai 'soldi' - conclude - c'è una decisione pubblica. Questo è il punto. Ora vedremo se anche spesa pubblica".
"Non vi è alcuna giustificazione nel ripristinare segni e simboli del fascismo, è un'azione intollerabile", si legge nell'esposto dell'Anpi della provincia di Chieti inviato alla Procura di Lanciano e al prefetto di Chieti, con l'ipotesi di violazione dell'articolo 2 della Legge 122 del 26 aprile 1993. La richiesta alle autorità è di "individuare e sanzionare i responsabili".