L'Aquila è una città che a ogni passo stupisce il visitatore, a partire già dal suo nome: il riferimento al rapace è d’obbligo, e infatti lo si ritrova nello stemma della città, ma la denominazione viene da Aqua, ovvero acqua: la zona ne è infatti molto ricca, come dimostrano anche le numerosissime fontane ubicate un po’ ovunque. Una città in cui è bello passeggiare, ammirando i suoi palazzi signorili e le splendide chiese, oppure fermarsi in uno dei bar e dei ristoranti per una bibita o per generosa porzione di arrosticini, lasciandosi contagiare dal clima di cordiale convivialità degli aquilani i quali, nonostante le cicatrici del terremoto del 2009, hanno ripreso a vivere la loro vita e desiderano solo lasciarsi alle spalle quel terribile momento. E per questo invitano i viaggiatori a scoprire la loro città: bella, fiera e ricca di sorprese.
UNA STORIA SPECIALE – La regione era abitata già in epoca pre-romana da popolazioni sabine: L’Aquila fu fondata, invece, nel Medioevo, per la precisione nel 1229, per libera decisione degli abitanti dei castelli della zona, i quali si ribellarono ai signori feudali normanno-svevi. Con l’appoggio prima di papa Gregorio IX e successivamente, nel 1254, con il consenso dell’imperatore Corrado IV di Svevia, ottennero il permesso di edificare una nuova grande città chiamata “Aquila”. Le antiche cronache e la leggenda narrano che la città sorse con il contributo di 99 castelli, ciascuno dei quali costruì una propria chiesa, una piazza e una fontana: a ricordo della fondazione, la campana della torre civica ancora oggi batte 99 rintocchi e, non a caso, il numero ricorre anche in uno dei monumenti più significativi della città, la Fontana delle 99 cannelle. L'articolo determinativo premesso al nome della città, che diviene così L'Aquila, risale invece a un Regio Decreto del 1939.
CELESTINO V E LA “PERDONANZA”- La storia de L’Aquila è profondamente legata alla figura di papa Celestino V, il pontefice che Dante stigmatizzò come “colui che per viltade fece il gran rifiuto”, rinunciando al soglio pontificio nel 1294. Bollato come il più grande ignavo della storia, Celestino V è stato invece rivalutato negli studi degli ultimi decenni come figura di alto profilo morale e teologico. Le sue spoglie sono custodite proprio all’Aquila, in un mausoleo collocato nella incantevole basilica di Santa Maria di Collemaggio, fatta edificare dallo stesso Celestino per la sua incoronazione papale. Le spoglie del pontefice hanno però avuto, nel corso dei secoli, una vita piuttosto tribolata, a cominciare dai numerosi temporanei trasferimenti per permettere il restauro della basilica più volte danneggiata dai terremoti. La salma fu anche trafugata e poi restituita, ed è miracolosamente scampata anche al sisma del 2009. In questa occasione però, le elevate temperature diurne causarono lo scioglimento della maschera funebre in cera posta sul volto del pontefice, già molto deteriorata nel corso dei secoli: la maschera d'argento che si ammira oggi è frutto di una donazione e ricostruisce le fattezze di Celestino grazie ad accurati studi.
Il mausoleo si trova nuovamente all’interno della basilica di Collemaggio, vero gioiello di architettura trecentesca, sopravvissuta e più volte restaurata dopo i vari terremoti che si sono succeduti nei secoli; oltre ad essere un vero gioiello di architettura trecentesca, con la sua facciata policroma, i rosoni incantevoli e un interno di emozionante bellezza, è sede della “Perdonanza”, una sorta di Giubileo istituito proprio da Celestino V, che si ripete ogni anno. Dall’ora dei Vespri del 28 agosto alla stessa ora del 29 agosto, la Porta Santa della basilica resta aperta ai fedeli: chi la varca con spirito di contrizione e si accosta ai sacramenti riceve l’indulgenza plenaria, ovvero il totale perdono dei peccati, come accade recandosi in pellegrinaggio a Roma in occasione dell’Anno Santo. Nel corso della storia, la Perdonanza ha avuto un significato di particolare rilievo, perché le indulgenze romane venivano acquistate pagando un prezzo in denaro anche molto salato, mentre la Perdonanza aquilana è da sempre un atto solo spirituale e quindi totalmente gratuita. Quest’anno si celebra l’edizione numero 729 e per l’occasione è organizzato un interessante calendario di manifestazioni culturali.
LE MERAVIGLIE DELLA CITTÀ – La basilica di Santa Maria di Collemaggio è solo uno dei gioielli da non perdere in occasione di una visita a L’Aquila. Oltre al Duomo, attualmente chiuso per restauri, tra le numerosissime chiese del centro storico è da non perdere almeno la basilica di San Bernardino, esempio della classica architettura squadrata aquilana. Da vedere è anche il bellissimo Castello Spagnolo, visitabile solo in parte perché ancora oggetto di restauri: già sede del Museo Nazionale di Abruzzo (MuNDA) ospita attualmente l’impressionante scheletro del Mammut, visibile al pubblico: alto circa quattro metri (il doppio di un elefante adulto) risale a circa 1.300.000 anni fa. Le altre opere principali del MuNDA, tra cui una pregevolissima collezione di arte quattrocentesca, sono ospitate temporaneamente nella sede dell’Ex Mattatoio (Largo Tornimparte, 1), situato a pochi passi dalla Fontana Monumentale delle 99 cannelle, una delle più antiche e più belle del centro storico. Diversa, ma altrettanto suggestiva, è la Fontana Luminosa, anch’essa simbolo della città, così chiamata per i pittoreschi giochi di luce che vi si possono ammirare al tramonto e grazie all’illuminazione artificiale notturna. Merita una visita il MAXXI, Museo nazionale delle Arti del XX secolo, sezione staccata del MAXXI di Roma, ospitato nella raffinata sede di Palazzo Ardinghelli, nel quale si svolgono interessanti mostre temporanee. Tra le residenze private, visitabili su appuntamento da organizzare presso gli uffici IAT, ricordiamo l’elegante palazzo Pica-Alfieri, dagli splendidi interni.
I SEGRETI DA SCOPRIRE – Impossibile andare all’Aquila senza ammirare le meraviglie dell’artigianato locale. Ricordiamo l’arte del merletto a fuselli aquilano, realizzato a mano da pazienti e abilissime artiste, capaci di creare veri capolavori caratterizzati dalla cosiddetta tecnica "a fili continui"; da ammirare dalle vetrine delle gioiellerie della città sono i frutti di una prestigiosa tradizione orafa, da cui scaturiscono preziosi gioielli in filigrana. Tra questi, è particolarmente interessante un gioiello femminile chiamato “Presentosa”: di solito a forma di stella e ornato da volute in filigrana, contiene al centro la raffigurazione di un cuore o di una coppia di cuori legati tra loro: nel primo caso la ragazza che lo indossa è nubile, nel secondo è fidanzata o promessa. Spesso la “Presentosa” con due cuori è il dono di fidanzamento alla propria persona speciale.
UNA CITTÀ PIENA DI ENERGIA - L’Aquila nasconde un cuore segreto, che sta nell’energia dei suoi abitanti, i quali animano le sere d’estate affollando bar e ristorantini, con il desiderio di lasciarsi alle spalle il terribile ricordo del sisma del 2009. È questo anche lo spirito con cui visitare la città, lasciandosi contagiare da questo spirito lieto e un po’ esuberante, senza indugiare alla vista di ciò che ancora aspetta di essere ricostruito: del resto, in una città così grande e così ricca di opere d’arte c’è stato tanto, anzi tantissimo da ricostruire. Nessuna meraviglia dunque se, inevitabilmente, una parte del patrimonio architettonico cittadino è ancora fasciato da impalcature e puntelli. Eppure, come ha detto un cittadino aquilano, la città merita di essere curata con la tecnica giapponese del Kintsugi, che ricompone i vasi rotti con giunture in oro. Come per dire che anche le cicatrici possono trasformarsi in un elemento prezioso in più.
Tutte le informazioni per organizzare la visita sono online sul sito: www.quilaquila.it/