Vigilante e le strade violente dei vecchi videogame
Arti marziali, teppisti e uno strano caso di marketing in questo classico del retrogaming pubblicato nel 1988 da Irem
Nella rubrica di Mastergame dedicata al retrogaming abbiamo già parlato di Kung-Fu Master, gioco di grande successo pubblicato da Irem nel 1984 che si è rivelato uno dei capisaldi dei videogame di combattimento, definendo per almeno un decennio alcuni parametri rimasti nei videogame che l’hanno seguito. Considerate le ottime vendite era inevitabile che Irem mettesse in sviluppo un seguito, ma la sua storia non è stata così semplice.
Inizialmente intitolato Beyond Kung-Fu: Return of the Master, il nuovo capitolo non fu accolto troppo positivamente in fase di test, portando la software house a rielaborare il gioco in qualcosa che potesse fare maggiore presa sul mercato, diventato rapidamente molto più competitivo.
Ecco dunque che il tempio che ha ospitato l’azione di Kung-Fu Master lascia il posto alle pericolose strade del Bronx, con la vicenda che si sposta negli Stati Uniti e più precisamente a New York: qui, i giocatori prendono il controllo di un generico protagonista chiamato "Vigilante", come lo stesso gioco. Il cambio di ambientazione porta con sé una totale rielaborazione dei nemici, che da lottatori in abiti tradizionali cinesi lasciano il posto ai tipici Skinhead. Una serie di scelte mirate a rendere Vigilante più appetibile per il pubblico occidentale in un momento in cui film d’azione con una sceneggiatura simile andavano per la maggiore.
A livello di trama, ecco entrare in scena l’immancabile ragazza rapita che il protagonista deve salvare dalla malvagia gang, che però qui diventa un caso di marketing "da manuale". Già, perché sul finire degli anni ‘80 la nota cantante e attrice Madonna si trova praticamente all’apice della sua popolarità: perché dunque non cavalcare l’onda chiamando la ragazza nel gioco "Madonna"? Badate bene: senza un riferimento specifico proprio a Madonna Louise Veronica Ciccone, ma quando, nel 1988, un videogame inizia con la frase "Madonna è stata rapita dagli Skinhead" il concetto diventa ben chiaro.
Al di là delle acrobazie di marketing messe in piedi da Irem e dal publisher occidentale Data East, Vigilante si presenta come un valido seguito spirituale di Kung-Fu Master proponendo un’azione decisamente simile: ci si sposta da sinistra a destra malmenando con calci e pugni le orde di teppisti che cercano di fermarci. Stavolta c’è più varietà di avversari ed è stata aggiunta la possibilità di raccogliere e utilizzare un pratico paio di nunchaku, ma il succo resta in buona sostanza quello.
Confermata anche la meccanica che vede il protagonista accerchiato dai nemici e la relativa necessità di "smanettare" con il joystick per liberarsene, nonché ovviamente la presenza di un boss al termine di ciascuno dei cinque livelli. Insomma, ci troviamo di fronte a un Kung-Fu Master 2 a tutti gli effetti, divertente ma non rivoluzionario e soprattutto privo di quella evoluzione che i quattro anni di distanza dal lancio del primo episodio avrebbero richiesto, soprattutto in un mercato in così rapida evoluzione.
Vigilante diventa un gioco abbastanza noto e ottiene un discreto successo, con un buon numero di conversioni per piattaforme "da casa", prima fra tutte il Sega Master System: la riproposizione è ottima, mentre la ragazza rapita cambia nome in "Maria" (che la vera Madonna si sia fatta sentire con qualche avvocato?). Eccezionale inoltre la bellissima versione per PC Engine, assai fedele alla versione lanciata nelle sale arcade, mentre di qualità variabile (ma sostanzialmente bassa) sono le conversioni per home computer: quelle per Commodore 64 e ZX Spectrum sfiorano la decenza, mentre quella per Amiga è totalmente da dimenticare.
Chi volesse provare oggi Vigilante può farlo facilmente grazie alla serie Arcade Archives: il classico del retrogaming è infatti disponibile per pochi euro nelle versioni per PlayStation e Nintendo Switch.
SU TGCOM24