Un vero e proprio limbo, quello della “sospensione un giudizio”, che non riguarda pochi studenti: tradizionalmente si tratta di circa 1 alunno su 5 che, alle scuole superiori, conclude l’anno con almeno un insufficienza in pagella. Che per qualcuno diventano due o tre. Tutti loro, infatti, saranno chiamati a studiare anche durante la lunga sosta estiva, visto che prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, per poter accedere alla classe successiva, dovranno sottoporsi a un esame di verifica. I più fortunati - dipende dai punti di vista - hanno concluso la pratica nel mese di luglio, ma tradizionalmente il “supplizio” si prolunga fino a fine agosto o addirittura nei primi giorni di settembre.
Il punto di vista della preside
Guardando però il bicchiere mezzo pieno, più che una punizione si tratta di un’opportunità: l’ultima chance che ha lo studente per colmare le proprie lacune scolastiche. Di questo ne è certa Cristina Costarelli, Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio e dirigente scolastica del Liceo Scientifico ‘Newton’ di Roma. Proprio a lei, il sito Skuola.net ha chiesto di illustrare il funzionamento del debito scolastico e i prossimi passaggi che attendono gli studenti colpiti da questa sorta di “cartellino giallo”. A partire dai corsi di recupero organizzati dalle singole scuole, a patto di reperire le risorse economiche necessarie e i docenti interessati a farsene carico.
Per quelle che sono le sue conoscenze, anche quest’anno si è confermato il dato che vede circa un quinto degli studenti con uno o più debiti in pagella?
“Il dato di 1 su 5, anche qualcosa in più, è confermato. C’era stata una leggera flessione nel 2020 e nel 2021, ai tempi del Covid, in cui c’è stato un atteggiamento più comprensivo da parte dei docenti e dei Consigli di classe. Adesso però si è tornati a una situazione ordinaria e si cerca di fare in modo che le lacune vengano recuperate”.
Come dovrebbero vivere questa “sanzione” le ragazze e i ragazzi?
“L’ottica del recupero, come quella nei casi estremi della non ammissione, è sempre quella dell’opportunità: dare l’occasione per recuperare quelle abilità e competenze di base per poter andare avanti. Non si tratta di una punizione, sarebbe più dannoso per gli studenti mandarli avanti senza le basi di ciascun anno scolastico”.
Perché, spesso, si preferisce dare anche tre debiti senza procedere alla bocciatura?
“Questo dipende dalle decisioni di ogni scuola e nello specifico di ogni collegio di docenti. Per esempio, al Newton abbiamo deliberato che si danno al massimo due discipline a settembre, ovviamente sempre con un po’ di flessibilità. Con più di tre materie si opta per la non ammissione perché è impossibile in uno o massimo due mesi recuperare più di discipline, facendo in due mesi quello che non si è fatto in un anno”.
Cosa succede, ora, a chi ha avuto il debito? Quali sono le "scadenze" da tenere a mente?
“Anche qui dipende dalle decisioni prese in autonomia da ciascuna scuola. Alcune svolgono le prove di recupero già dopo la metà di luglio, altre a fine agosto, altre ancora nei primi giorni di settembre. La normativa prevede solo che i debiti vengano recuperati entro la fine dell’anno scolastico, quindi entro il 31 agosto; ma con una giusta motivazione si può arrivare anche all’inizio di settembre. Chi ha ricevuto il debito, quindi, deve fare attenzione alle comunicazioni e alle circolari della propria scuola”.
In concreto, come si svolgono le prove di recupero?
“Va precisato che non si tratta di esami, come siamo portati a chiamarli qualche volta. Adesso sono prove singole, alla stregua delle verifiche che si fanno durante l’anno scolastico, che poi portano a conclusione l’anno scolastico con lo scrutinio che ne segue. Fatta la prova, infatti, per gli alunni che a giugno sono rimasti in uno stato di ‘sospensione del giudizio’ si riunisce nuovamente il consiglio di classe per fare uno scrutinio, chiamato “scrutinio differito”. Ciò avviene solamente nelle discipline in cui, vista la non raggiunta sufficienza, non si è dato un voto, per le quali il giudizio è stato sospeso. Con il rinvio della delibera proprio allo scrutinio che segue alle prove di recupero”.
Come si svolgono, nel pratico, le verifiche di recupero del debito?
“Le verifiche sono delle classiche prove: scritte, orali o di entrambe le tipologie. Anche qui sulla base di quanto deciso dalle singole scuole. In genere, alcune discipline - come Italiano, Matematica, Latino e Greco - hanno quasi sempre la parte scritta e poi l’orale. Sulle altre discipline - come Storia, Geografia e Scienze - si va direttamente all’orale. Oppure si può avere sia lo scritto che l’orale sulle materie principali. C’è un calendario che viene pubblicato con circolare, con dei docenti designati dalla scuola che presiedono lo svolgimento delle prove scritte, la fase di correzione e poi gli scrutini. Trattandosi di prove di recupero e non di esami, non sono aperte al pubblico”.
Le scuole, subito dopo la fine delle lezioni (o comunque prima dell'esame di riparazione) dovrebbero organizzare dei corsi di recupero: ma è una cosa obbligatoria, prevista da qualche norma, oppure è un "favore" che le scuole fanno agli studenti?
“Le scuole hanno l’obbligo di organizzare i corsi di recupero. Un obbligo che deriva dal decreto legislativo n. 62 del 2017, quindi non è un favore bensì una norma di legge. Purtroppo c’è un ‘però’ che è quello dei fondi. La legge c’è, ma le scuole hanno fondi molto limitati per questi corsi di recupero. Sulla base delle possibilità economiche di ciascuna scuola, e sulla base delle discipline in cui sono maggiori le carenze, si organizzano i corsi”.
I corsi di recupero, in genere, sono su tutte le materie o solo sulle principali? In quest'ultimo caso, cosa può fare uno studente che rimane "scoperto" dai corsi di recupero?
“Normalmente organizzare corsi di recupero su tutte le materie è impossibile, si va sulle materie principali che in genere sono quelle di indirizzo. Quindi allo Scientifico sicuramente Matematica e Fisica, al Classico Latino e Greco. Sulle materie in cui non si riescono a organizzare i corsi si indica il cosiddetto “recupero individuale”. I ragazzi dovranno imbastire in autonomia un percorso di recupero sulla base dei programmi che vengono resi pubblici. Dispiace che sia così, perché le scuole vorrebbero offrire supporto a tutti, ma bisogna sempre fare i conti con le reali possibilità economiche”.
Quando si può dire superata la verifica e, quindi, recuperato il debito?
“La verifica è superata, come detto, con lo scrutinio. Il modo in cui viene superata corrisponde al voto che ottiene. Un voto che, ci tengo a dire, certe volte non è il semplice 6. Non di rado, infatti, capita che gli studenti ci stupiscano con il loro impegno. Magari a giugno avevano avuto un debito anche con 4, quindi una carenza molto forte, e poi a settembre hanno preso anche un 7 o un 8. Questo per rimarcare il senso formativo di queste prove: gli studenti spronati, messi di fronte ad una prova da sostenere, spesso danno il meglio di sé. Se a giugno si trasformassero automaticamente tutti i 4 in 6, questo tipo di miglioramento probabilmente non ci sarebbe”.
E se si va male anche all'esame di riparazione, che succede? Si viene bocciati o c'è una soluzione per non dover ripetere l'anno?
“Se si va male non c’è altro esito che la ripetizione dell’anno scolastico, non c’è alcuna soluzione intermedia. Ciò è dovuto alla rigidità del sistema scolastico. Uno degli auspici che spesso si immaginano per un’eventuale riforma scolastica è quello di avere un sistema modulare; di non andare avanti per anni scolastici, con la necessità di raggiungere la sufficienza in tutte le materie per proseguire, ma di avere un sistema più flessibile in cui si passa all’anno successivo per le materie in cui si è raggiunto il livello e si possa rimanere all’anno precedente nelle materie in cui si è più deboli. Questo sarebbe l’ideale”.