A Novara, Biella, Livorno, Milano, Parma e Reggio Emilia è scattata l'operazione "Choco Fake ". I Carabinieri del Nas di Torino e il personale del Nucleo Operativo della Guardia di Finanza di Novara hanno eseguito un decreto di perquisizione locale nei confronti di tre soggetti indagati nel contesto di una complessa attività di indagine finalizzata al contrasto di un'associazione a delinquere dedita alla ricettazione e alla contraffazione alimentare. In attesa della sentenza definitiva, i tre indagati sono sottoposti all'obbligo di dimora nel comune di residenza, a quello di presentazione alla polizia giudiziaria e al divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali.
Operazione "Choco Fake" -
L'attività, svolta congiuntamente dai militari dell'Arma e della Guardia di Finanza sulle fatture e sulle documentazioni contabili nel tempo acquisite, ha consentito di ricostruire i rapporti finanziari intercorrenti tra gli indagati. Oltre che di analizzare il volume economico particolarmente significativo delle attività illecite, corroborato anche dall'ingente sequestro operato lo scorso ottobre. All'interno di un magazzino della Provincia di Novara erano state sottoposte a vincolo penale diverse tonnellate di alimenti, per un valore approssimativo di 1 milione di euro. Le merci erano già state rietichettate per essere pronte alla vendita nonostante fossero scadute.
Nel corso dei mesi è stato possibile ricostruire i legami tra i diversi indagati, nonché i caratteri specifici del vincolo associativo. In particolare, il modus operandi dell'organizzazione si basa su un accordo tra gli interessati e finalizzata a commercializzare illegalmente alimenti e prodotti per la casa. Le merci venivano acquistate già scadute o comunque presentate alla scadenza anche da aziende note. E, in seguito, venivano reimmesse in commercio con etichettature e/o confezionamenti contraffatti nell'indicazione del lotto e delle scadenze.
Le misure cautelari -
Le misure cautelari applicate riguardano l'obbligo di dimora nel comune di residenza con divieto di uscita notturna nei confronti dei due soggetti individuati rispettivamente quali il finanziatore e il distributore dei prodotti contraffatti. Ma anche l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali nei confronti dei predetti interessati e altresì del soggetto individuato quale fornitore dei prodotti scaduti o prossimi alla scadenza. Va ricordato però che il procedimento penale versa attualmente nella fase delle indagini preliminari e pertanto vige la presunzione di non colpevolezza degli indagati, sino alla sentenza definitiva.