L'Iran ha convocato l'ambasciatore italiano a Teheran, Giuseppe Perrone a causa della recente partecipazione di Maryam Rajavi a un evento al Parlamento italiano. La Rajavi è leader del movimento dissidente Mujahedin Khalq Organization, ritenuto dall'Iran un'organizzazione terroristica. "Ospitare una criminale terrorista significa incoraggiare e promuovere il terrorismo e la Repubblica islamica non tollererà mosse di questo tipo in alcuna forma da parte di nessuno", sostiene Teheran.
L'Iran inoltre "esorta il governo italiano a dimostrare la propria serietà nell'impedire che il Paese diventi un rifugio sicuro per i terroristi". Per Teheran quanto accaduto "danneggerà oltremodo l'immagine dell'Italia agli occhi dell'opinione pubblica iraniana". L'ambasciatore italiano ha risposto che informerà quanto prima le autorità italiane.
Chi è Maryam Rajavi -
L'attivista è considerata dai suoi sostenitori e dall'associazione che presiede - la Coalizione dell'opposizione democratica iraniana - "il presidente eletto del Consiglio nazionale della resistenza iraniana per il periodo di transizione durante il quale la sovranità sarà trasferita al popolo iraniano", come risulta sul loro sito web. L'attivista chiede che l'Iran divenga una repubblica basata sulla separazione tra religione e stato, sull'uguaglianza di genere, sull'abolizione della pena di morte e un Paese non più nucleare.
L'opinione sull'Italia -
"Il nostro popolo tiene in grande considerazione l'Italia per il sostegno di lunga data offerto dalla Camera e dal Senato italiani alla Resistenza del popolo iraniano. Ricordiamo anche l'Italia per l'atto disinteressato di Ema Delforno, una donna italiana che si è data fuoco a Treviso nel dicembre 1981 per protestare contro l'esecuzione di adolescenti iraniane". Così ha twittato l'attivista fino a due giorni fa, accompagnando una foto di fronte a Montecitorio, sede del Parlamento italiano.
Tajani: "Siamo una democrazia" -
"Mi pare sia stata una fondazione privata a invitare queste persone, non sono state invitate dal governo o dal ministero degli Esteri. Noi siamo in una democrazia e ognuno fa ciò che ritiene opportuno, senza violare il diritto internazionale o nazionale e in questo caso non c'è stata nessuna violazione". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, commentando la convocazione dell'ambasciatore italiano.