Hollywood si prepara al primo sciopero congiunto di attori e sceneggiatori: non succedeva dal 1960. E' il più grande sciopero in 40 anni degli attori di cinema e tv. La protesta si salda a quella degli sceneggiatori, che hanno incrociato le braccia a maggio per la prima volta dopo 63 anni. La contrattazione tra i produttori e gli interpreti di cinema e tv è saltata alla mezzanotte di Los Angeles (le 9 in Italia). Il sindacato Sag-Aftra proclamerà ufficialmente la mobilitazione nelle prossime ore e venerdì le star del piccolo e grande schermo si uniranno ai colleghi scrittori nei picchetti che da inizio maggio paralizzano l'industria dello spettacolo statunitense.
Sciopero degli attori, il più grande in 40 anni -
Il sindacato degli attori, che rappresenta 160 mila iscritti, ha votato all'unanimità dopo che è fallito il tentativo di un accordo in extremis con gli studios.
Protesta congiunta -
Sarà il primo sciopero degli attori contro l'industria cinematografica e televisiva dal 1980 e la prima volta che attori e sceneggiatori incrociano le braccia contemporaneamente dal 1960, quando a capo dell'ordine degli attori (che allora si chiamava Screen Actors Guild) c'era Ronald Reagan.
Lo spettro di streaming e intelligenza artificiale. La nota dei sindacati -
"Dopo più di quattro settimane di trattativa, l'Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp), l'associazione che rappresenta i principali studi di produzione e di streaming - tra cui Amazon, Apple, Disney, NBCUniversal, Netflix, Paramount, Sony e Warner Bros Discovery - non si è mostrata disponibile a offrirci un accordo equo", si legge nel comunicato della Sag-Aftra, l'ordine che riunisce circa 160.000 attori. "Dall'inizio dei negoziati, il 7 giugno, - prosegue la nota - i nostri rappresentanti hanno investito ogni giorno, fine settimana e festività, a lavorare per un accordo che proteggesse noi attori e artisti. Negli ultimi dieci anni, il nostro compenso è stato gravemente eroso dall'ascesa dello streaming. Inoltre, l'intelligenza artificiale rappresenta una minaccia cruciale per le professioni creative e tutti gli attori e gli artisti meritano un contratto che li tuteli dallo sfruttamento del proprio volto e talento senza consenso e retribuzione. L'Amptp ha negato che gli enormi cambiamenti in corso nell'industria dello spettacolo e nell'economia in generale abbiano un impatto nefasto su chi lavora per loro. Le risposte dei produttori alle nostre proposte non sono state adeguate. I 90 anni della nostra storia sindacale, sono la prova di quello che possiamo raggiungere se restiamo uniti e determinati. Per il futuro della nostra professione, restiamo uniti".
La nota degli Studios -
Di segno opposto, ovviamente, il comunicato rilasciato dagli Studios verso l'1 di notte, appena il tavolo è saltato: "Siamo profondamente delusi dal fatto che la Sag-Aftra abbia deciso di abbandonare la vertenza. È stata una scelta del sindacato, non nostra. Ha respinto la nostra offerta di un aumento storico dello stipendio minimo e dei diritti d'autore, tetti molto più alti ai contributi pensionistici e sanitari e una protezione rivoluzionaria dall'intelligenza artificiale. Invece che continuare a trattare, il sindacato ci mette tutti in una situazione che aggraverà le difficoltà economiche di chi lavora nell'industria dello spettacolo e dipende da essa per il proprio sostentamento