Il satellite dell'Agenzia Spaziale Europea, Aeolus, conosciuto come "il cacciatore di venti" è in caduta libera sulla Terra. Costruito per studiare i venti terrestri, era stato lanciato in orbita nel 2018. Durante questi cinque anni ha fatto ottenere risultati eccezionali che hanno migliorato le previsioni meteorologiche globali. Ora, però, il carburante è quasi finito.
"Cadrà in mare aperto" -
L'Esa ha fatto sapere che tenterà di utilizzare il poco combustibile rimasto per effettuare una caduta controllata sul nostro pianeta. Si tratta della prima volta che viene fatto un tentativo del genere e potrebbe esserci un rischio di caduta di detriti, anche se dall'Esa fanno sapere che il pericolo è remoto. L'Agenzia spaziale europea tenterà di guidare la caduta del satellite Aeolus verso il mare aperto, il più lontano possibile dalla terraferma.
Un rischio minimo -
Ma quando dovrebbe accadere? Secondo quanto si è appreso, il rientro di Aeoilus sarebbe previsto nel mese di agosto. "Questo tentativo di rientro assistito va ben oltre le norme di sicurezza della missione, che è stata pianificata e progettata alla fine degli anni 90", ha fatto sapere Tim Flohrer, a capo dell'Ufficio per i detriti spaziali dell'Esa. "Una volta scoperto che era possibile ridurre ulteriormente il già minimo rischio per gli esseri viventi e le infrastrutture, gli ingranaggi si sono messi in moto. Se tutto dovesse andare secondo i piani, Aeolus si troverebbe a essere in linea con le attuali norme di sicurezza per le missioni progettate oggi".
Il satellite si disintegrerà -
Aeolus sta attualmente scendendo dalla sua quota originaria di 320 chilometri alla velocità di circa un chilometro al giorno e sta pian piano accelerando. È ancora presto per poter dire esattamente quando rientrerà nell'atmosfera terrestre, ma secondo l'Esa dovrebbe farlo tra la fine di luglio e l'inizio di agosto. Una volta raggiunta un'altitudine di 280 chilometri, saranno inviati una serie di comandi che lo guideranno verso una posizione ottimale per un "tuffo" finale nell'oceano. Le manovre successive faranno abbassare ulteriormente il satellite fino a che, raggiunti gli 80 chilometri di quota, comincerà a bruciare nell'atmosfera: si disintegrerà quasi completamente in questa fase, ma alcuni detriti potrebbero arrivare sulla Terra.