"Porto Rubino" ha chiuso la sua quinta edizione con una suggestiva serata a Campomarino di Maruggio. Unica data sulla terra ferma, per una questione di fondali, ha visto protagonisti Chiara Galliazzo, Dente, Dardust, Francesca Michielin ed Emma. E ovviamente Renzo Rubino, padrone di casa pronto a duettare con Chiara e a presentare con "La Sbanda", un gruppo di musicisti appartenenti alla tradizione bandistica pugliese, alcuni brani del suo nuovo album previsto per il 2024.
Per capire cosa sia "Porto Rubino" bastano due immagini. La prima è quella di Emma, che scende dal palco per camminare in mezzo al pubblico, allontanando gli uomini della security un po' preoccupati, e che mentre canta "Mezzomondo" abbraccia chiunque le si faccia incontro. La seconda è Renzo Rubino che, in conclusione di serata, scende anche lui dal palco e si avvia verso l'uscita seguito dalla banda che intona "Porto Rubino" e da parte del pubblico, come in una festosa processione laica. Perché "Porto Rubino" è un festival dalle caratteristiche uniche. Non solo perché quasi tutte le date vedono gli artisti esibirsi a bordo di imbarcazioni, ma soprattutto per il rapporto che si instaura tra artista e pubblico. "Ho chiesto espressamente di non mettere transenne davanti al palco - spiega Renzo Rubino -, non ce n'era bisogno. Qui la gente viene per divertirsi e l'atmosfera è molto intima e rilassata". Anche per gli stessi artisti ci sono delle condizioni a cui non è possibile derogare: "Qui si suona, non si può usare nessuna base - continua Renzo -. Abbiamo creato una band per l'occasione che si chiama La Risacca. E poi qui non si viene per fare promozione. Ognuno può suonare quello che vuole, ma non deve venire a fare l'ultimo singolo come in un passaggio televisivo".
Dopo cinque anni il Festival è cresciuto, si è consolidato e ha assunto una sua fisionomia che lo porta a essere un'attrazione in sé, indipendentemente da chi vi partecipa. "Quest'anno abbiamo avuto un problema con Piero Pelù che ha dovuto dare forfait dopo il problema che ha avuto. Nonostante questo non abbiamo perso un biglietto - sottolinea Rubino -. Al di là del fatto che poi ci ha raggiunti Diodato, significa che la gente ormai viene per il Festival e non per gli artisti". Artisti che anche quest'anno sono stati comunque tanti, prestigiosi e delle più diverse estrazioni: da Niccolò Fabi a Mahmood, da Levante ad Alan Sorrenti, passando per i Santi Francesi, Omar Pedrini e Giovanni Caccamo. "Nessuno mi ha mai detto di no, anzi, gli artisti cancellano i loro impegni per venire, come hanno fatto Emma e Francesca Michielin - rivendica Renzo -. Per questa edizione Madame mi ha fatto un grande regalo, esibendosi in un contesto per lei non usuale. Raf è stato un regalo per mia mamma, che me lo ha chiesto espressamente, mentre Nada è il regalo che mi sono fatto da solo".
"Porto Rubino" ora è pronto a salpare per altri lidi. E' nato ed è cresciuto nei posti del cuore del cantautore tarantino ma il futro è (anche) altrove. A un patto: quello di non perdere la propria anima incontaminata. "Sicuramente il festival uscirà dalla Puglia ma vorrei che lo spirito rimanesse intatto - dice Rubino -. Vorrei che rimanesse un festival esclusivo, non estremamente commerciale. Intanto per avere cura dei posti che visitiamo. In genere siamo sotto i mille posti e quelle persone devono vivere un'esperienza davvero speciale. Mi piacerebbe fare la prima tappa a Milano, alla Darsena, ma poi pochi luoghi esterni alla Puglia".
In attesa di capire come evolverà "Porto Rubino", Renzo guarda al prossimo futuro, che significa nuova musica. "Da fine anno ho deciso di concentrarmi sulla musica, cosa che non facevo da anni - spiega -. Ho rimesso a posto una serie di cose e ho registrato un disco a febbraio con la Sbanda e prodotto da Taketo Gohara. A settembre uscirà un primo singolo". E un pensierino a Sanremo? "Il pensierino lo si fa sempre. Non è facile, ma la canzone giusta volendo c'è...".