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I-Seed: tecnologia ispirata alla natura

Un seme-robot biodegradabile: è questo il progetto dell’Istituto Italiano di Tecnologia, che potrà avere diverse applicazioni, dal monitoraggio ambientale alla riforestazione

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Si chiama I-Seed ed è il primo seme-robot artificiale, capace di esplorare il suolo in base alle variazioni di umidità. Costituito da materiale biodegradabili è in grado di muoversi nell'ambiente senza la necessità di utilizzare batterie o altre sorgenti esterne di energia. Questa innovativa tecnologia nasce dal progetto europeo I-Seed nato nel 2020/2021 coordinato dall'Istituto Italiano di Tecnologia è ha come obiettivo lo sviluppo di una nuova generazione di robot che prendono ispirazione dai semi.

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Come ci ha spiegato Barbara Mazzolai, Director of Bioinspired Soft Robotics Lab: “La caratteristica peculiare di questo progetto è che prende ispirazione in realtà da delle strutture che sono “morte”. Cioè le strutture che trasportano i semi non hanno un metabolismo, ma hanno una caratteristica che noi andiamo a studiare: il modo in cui continuano a muoversi (pensate a una pigna che si apre e si chiude, o a un seme di avena che penetra nel suolo) grazie all’organizzazione dei materiali all’interno della parete cellulare che interagiscono proprio con le variazioni di umidità. Inoltre ci sono delle microfibrille che a seconda di come sono organizzate guidano il movimento. Cioè la struttura a questo punto, proprio grazie a queste microfibrille, può penetrare nel suolo o addirittura volare. E sono proprio queste le strutture che noi andiamo a imitare, anche proprio da un punto di vista anatomico e biomeccanico, per trasformarle in robot che sono completamente biodegradabili”.

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Questo seme artificiale è l'unico prototipo al mondo in grado di trasformarsi e muoversi nell'ambiente in modo autonomo e può trovare quindi applicazioni in diversi ambiti, dal monitoraggio ambientale alla riforestazione. Un nuovo modo di studiare il terreno a impatto zero.

Il vantaggio di realizzare questi robot ispirati ai semi naturali è che possiamo rilasciarne in grandi quantità nell’ambiente per avere informazioni capillari sulla distribuzione ad esempio di questi inquinanti, senza però andare a creare un impatto negativo nell’ecosistema naturale. Perché questi robot semi, come la controparte naturale, una volta svolto il loro compito, sono degradati dai microorganismi e dagli agenti atmosferici” ha aggiunto Barbara Mazzolai.

Questi robot biodegradabili verranno utilizzati come strumenti wireless per l'esplorazione e il monitoraggio del suolo superficiale. Ancora una volta, la natura è fonte di ispirazione e la tecnologia può essere d'aiuto per studiare e migliorare la qualità di vita del nostro pianeta.

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