Jo Squillo: Alberta Ferretti, la collezione Fall Winter 23/24
Il lavoro di Alberta Ferretti nasce dal dialogo continuo con le donne, dalla osservazione ed esplorazione della ricchezza e complessità della psicologia femminile, tradotta in abiti pensati per diventare oggetti di affezione, strumenti di espressione, estensioni di personalità.
Questa conversazione mai finita è per Alberta un modo per evolvere i codici e le sfumature di uno stile profondamente personale, fatto di equilibri e contrasti impalpabili, insieme etereo e presente, volitivo nel suo essere delicato, sottile nella scelta di una morbida incisività. Uno stile, al fondo, romantico, nel senso più appassionato del termine.
É una rosa, rossa e carnale, a condensare il romanticismo e la seduzione di questa collezione: stampata su voile di seta, dilatata sul velluto, nell’avvolgersi dei petali guida il racconto di stagione, fatto di sensazioni notturne, di una allure after dark che pervade tutte le ore del giorno, perché la notte non è solo un momento, ma un modo intrigante di porgersi, rivelando in tralice per attrarre. Con i loro cappelli a tesa larga, issate su tacchi dai volumi design, le donne di Alberta Ferretti si ricordano in primo luogo per la silhouette: lunga e liquida, esaltata dalla palette di neri, ematite e grigi scuri, mescolati a falsi neri come il prugna, tocchi sensuali di rubino e ciliegia e note cosmetiche di cipria, turchese, ottanio. È solo avvicinandosi, sotto la luce, che si percepisce il gioco delle texture, l’amalgamarsi di lane, velluti, tartan, chiffon, devorè, fil coupè, pizzi, macramè. Tutto questo è condensato in un guardaroba che mescola tailoring maschile e leggere sottovesti, tailleur impeccabili e blouson di pelle, trench che paiono mantelle e abiti smaterializzati in sapienti trasparenze, cappotti di shearling e tuniche di velo. Il contrappunto di delicatezza e forza è risolto con grazia decisa in un segno pulito e privo di sforzo.