Ansia: tre modi per tenerla sotto controllo
La curiosità, lo sport e il respiro sono tre armi sempre a disposizione per mantenersi sereni e vivere meglio
L’ansia è la principale nemica del buon vivere per moltissime persone, che purtroppo non ci abbandona neppure nei mesi estivi, alla vigilia della partenza per le vacanze. Si tratta di uno stato d’animo di incertezza e di preoccupazione causata da eventi dai quali ci sentiamo minacciati e che potrebbero verificarsi in futuro. Si tratta di una brutta compagna, capace di paralizzarci e di creare stati di malessere profondo, con crisi acute che possono costringere chi ne soffre a ricorrere al medico o addirittura al Pronto Soccorso, come accade negli attacchi di panico. La scienza si adopera da molto tempo per studiarla e indicare le possibili soluzioni. Ne ricordiamo tre, davvero a disposizione di tutti: lo sport, la il respiro e, a sorpresa, la curiosità.
LO SPORT – È noto che l’attività fisica esercita un effetto benefico sulla modulazione del tono dell’umore, aiutando a controllare lo stress, tanto che lo sport può trasformarsi in una vera e propria medicina. L’ansia, come tutti abbiamo sperimentato in qualche occasione, influisce non solo sullo stato mentale, ma genera anche disturbi fisici, come tachicardia, fiato corto, stanchezza generale, difficoltà a digerire. L’attività fisica è utile perché va ad agire sul sistema endocrino e su quello neurovegetativo, messi alla prova dalle condizioni di stress: liberando endorfine, contrasta la produzione di alcuni altri ormoni, a cominciare dal cortisolo. Fermo restando che qualsiasi disciplina è di aiuto, secondo gli esperti le migliori attività sportive anti-ansia sono quelle di endurance di tipo aerobico. Le attività di endurance sono quelle di resistenza, in cui viene coinvolto tutto il corpo e comprendono la corsa, la camminata, la bicicletta, il nuoto. Le prime tre sono anche attività aerobiche, nelle quali, cioè la cellula utilizza per produrre energia non solo glucosio e acidi grassi, ma anche ossigeno. Nel nuoto il lavoro muscolare è legato intrinsecamente alla profondità del respiro, con un benefico effetto generale. Altre discipline che prevedono un’attività fisica meno intensa, come lo yoga e il pilates, sono comunque utili: queste due discipline puntano sulla respirazione, sul controllo e sull’allungamento dei muscoli, con un benefico effetto generale.
IL RESPIRO – L’importanza nel respiro nella gestione dello stress è facile da intuire se consideriamo che uno dei primi effetti di una crisi ansiosa è proprio la sensazione di non riuscire a respirare. Quando ci sentiamo minacciati, la prima reazione è il fiato che si fa corto, superficiale e sempre più veloce, fino a portarci all’ iperventilazione. Quando ci troviamo in questa condizione, nell’organismo è presente più ossigeno del necessario, mentre diminuisce la percentuale di anidride carbonica nel sangue. Per uscire da questo circolo vizioso si può respirare dentro un sacchetto di carta, nel quale l’anidride carbonica tende ad aumentare in percentuale, riportandoci in equilibrio. Imparare a respirare con il diaframma e con il torace, come insegna lo yoga, è un ottimo presidio per controllare gli stati ansiosi: la respirazione lenta, oltre ad attenuare i sintomi fisici di un attacco di ansia acuta, aiuta a deviare l’attenzione su pensieri diversi da quelli che ci hanno impaurito, migliorando la situazione complessiva.
LA CURIOSITÀ – Uno studio recente, guidato dallo psicologo William Whitecross dell’Australian National University e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Research in Personality, ha rivelato che la curiosità può essere una buona alleata nell'attenuare i sintomi dell'ansia. La curiosità, infatti, può essere intesa sia come interesse per l'ignoto, sia come volontà di esplorarlo per risolvere il mistero che rappresenta. In questo senso ci può spingere a indagare per comprendere ciò che ci crea ansia, innescando una reazione positiva da parte del cervello. Spiega Whitecross: " Sono stato ispirato a fare questo studio perché ero interessato al fatto che la curiosità è, allo stesso tempo, un amore per l’ignoto (amando i misteri e le domande), ma anche un’intolleranza verso l’ignoto perché non si vuole lasciare il mistero irrisolto, si vuole la risposta". Whitecross e il suo team nel corso dello studio hanno effettuato un sondaggio online registrando i livelli di curiosità e la percezione dell’incertezza dei partecipanti. Dallo studio sono emersi due risultati principali: le persone con un alto livello di curiosità hanno in generale atteggiamenti più positivi nei confronti dell’incertezza e si avvicinavano alle situazioni incerte con maggiore senso di ottimismo. Chi invece vive questa insicurezza nella forma di "deprivazione", ovvero come insofferenza davanti a una domanda della quale non si conosce la risposta, si sente più a disagio e tende a concentrarsi maggiormente su pensieri e possibilità negative. La curiosità può dunque essere una reale alleata alla quale attingere quando ci sentiamo ansiosi, sia nel caso la si sperimenti nella sua variante "ottimista" che in quella "pessimista": nel primo caso può aiutarci a trasformare una situazione difficile in un problema intrigante da risolvere, nel secondo è più fortemente correlata alla perseveranza nel concentrarsi per un certo tempo nella ricerca di una soluzione.
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