GRAVE UNA DONNA

Attentato a Tel Aviv, travolti alla fermata del bus: feriti | Tutte le truppe israeliane si ritirano da Jenin, ucciso un soldato

L'attacco è una risposta all'operazione dell'esercito israeliano che ha sfollato circa tremila palestinesi in un campo profughi in Cisgiordania

A Tel Aviv nove persone sono state ferite da un'auto che le ha travolte alla fermata di un autobus nella zona nord della città. Una donna è in gravi condizioni. Dopo l'investimento da parte del veicolo, nell'area ci sono stati alcuni spari. Lo riferisce la polizia, secondo cui si è trattato di un attentato. I media fanno sapere che l'uomo alla guida dell'auto è stato ucciso da un civile. Tutte le truppe israeliane, intanto, hanno lasciato Jenin, in Cisgiordania, completando il ritiro cominciato martedì sera. Un soldato israeliano è stato ucciso durante l'operazione.

L'auto contro la folla -

 Secondo quanto riferiscono i media israeliani, l'automobile ha speronato un altro veicolo. Quindi c'è stata una sparatoria. I filmati condivisi sui social network mostrano l'aggressore morto sul posto. Sul posto sono arrivate alcune ambulanze, una donna di 46 anni è in gravi condizioni e altre due persone sono in condizioni moderate. 

Hamas: "Attacco eroico" -

 Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha elogiato l'attentato, affermando: "L'eroico attacco a Tel Aviv è la prima risposta ai crimini dell'occupazione contro il nostro popolo a Jenin. L'occupazione pagherà il prezzo per i suoi crimini contro Jenin. Lodiamo gli eroi del nostro popolo e i combattenti a Jenin". 

Ritiro dell'esercito israeliano da Jenin -

 L'attacco a Tel Aviv è avvenuto a poche ore di distanza dall'ampia operazione delle forze di difesa israeliane a Jenin, nel nord della Cisgiordania. Nel raid israeliano sono rimasti uccisi dieci palestinesi, tra i quali il 17enne Mustafa Nidal Qassem, deceduto a causa delle ferite riportate, e un uomo il cui corpo è stato ritrovato nei campi dallo staff di Mezzaluna Rossa. I feriti sono oltre 100.  Martedì sera l'esercito israeliano ha cominciato a ritirare i propri soldati da Jenin, al secondo giorno di combattimenti.

Soldati israeliani hanno lasciato Jenin -

 Il ritiro è stato poi completato il mattino seguente. Come riferito dal portavoce dell'esercito Daniel Hagari, gli obiettivi dell'operazione sono stati raggiunti. Hagari ha aggiunto che le truppe resteranno in allerta "in modo da essere preparate per quello che occorre. La lotta contro il terrorismo non èfinita ma la nostra situazione è migliore ora che il campo (profughi, ndr) ha perso capacità".
 

Cinque razzi sparati dalla Striscia di Gaza contro Israele -

 L'esercito israeliano ha reso noto che cinque razzi, nella notte tra martedì e mercoledì, sono stati lanciati contro Israele dalla Striscia di Gaza, ma sono stati intercettati con successo. "Cinque razzi - si legge in un comunicato - sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso il territorio israeliano. Lo schieramento di difesa aerea dell'Israel Defence Force li ha intercettati con successo".

 

Abbas: "Interrotti i contatti con Israele" -

 Dopo l'inizio dell'operazione israeliana, la leadership palestinese ha annunciato l'interruzione di ogni contatto con Israele. Il presidente Mahmoud Abbas ha invitato i capi delle fazioni politiche palestinesi "a un incontro di emergenza per discutere e concordare una visione nazionale globale e unire le fila per affrontare l'aggressione israeliana". Ha poi esortato le Nazioni Unite e la comunità internazionale a intervenire "con urgenza" per costringere Israele a fermare l'evacuazione degli abitanti del campo profughi di Jenin. 

Tremila sfollati da Jenin -

 Immediata la risposta di Israele che, dopo avere annunciato che "al termine della prima giornata di combattimenti 1.500-3.000 abitanti hanno lasciato le proprie abitazioni", ma lo hanno fatto "di propria iniziativa". Fonti militari hanno aggiunto che nel primo giorno di operazioni i militari sono riusciti a catturare 120 ricercati, su una lista di 160 nominativi. Le nuove ricerche adesso si concentrano sui membri di due cellule responsabili di recenti attacchi, fra cui la uccisione di un israeliano presso l'insediamento ebraico di Hermesh, in Cisgiordania. Un portavoce del dipartimento di Stato americano ha dichiarato che Israele ha il diritto di "difendere il proprio popolo" dagli attacchi terroristici, ma è necessario fare il possibile per proteggere i civili durante le operazioni militari.

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