La Sardegna oltre alla mondanità della Costa Smeralda, al rosa sfumato e inimitabile di Stintino e alle infinite spiagge di Costa Rei, mostra a ovest la sua ultima, antica e pacifica anima. In una zona quasi per nulla battuta, semi-sconosciuta al turismo e generalmente poco o nulla pubblicizzata, si snoda fitta la macchia mediterranea, oltre la quale si svela un'identità particolare e tutta da scoprire. Atterrando a Cagliari serve inoltrarsi nella vegetazione per poco più di un'ora prima di sbucare in una pineta affascinante, che sa immediatamente di relax e fuga dalle abitudini: benvenuti a Is Arenas.
L’unico deserto in Italia - E’ nel bel mezzo di questi 936 ettari di pineta, a 27 km da Oristano, che l’anima wild della costa occidentale sarda incontra lo stile e il benessere di Is Arenas Resort, nuovissima struttura inaugurata il 26 maggio 2023 dal gruppo Baja Hotels: il lusso di uno stile inconfondibilmente italiano e mediterraneo al servizio della natura incontaminata e di tutto ciò che offre. Perché questa nuova struttura ha l’ambizione di farsi portabandiera di un turismo sostenibile, attento a preservare il territorio e la sua biodiversità contrastando desertificazione e siccità. Is Arenas infatti significa, dal sardo, “le sabbie”: nella storia questo territorio è stato a lungo l’unico deserto in Italia (dopo un disboscamento avvenuto nel corso del ‘700) ed è stato poi convertito in pineta negli Anni ’50 con interventi di alta ingegneria naturalistica: anche per questo ha una valenza paesaggistica tale da essere riconosciuto Sito di interesse comunitario. E’ l’unico bosco di tutta la penisola del Sinis in un intreccio silenzioso, affascinante e rilassante di pini, tamerici ed eucaliptus con un sottobosco di elicriso, mirto, lentisco, corbezzolo, ginepro e rosmarino. Ed è proprio la sua ricchezza di flora e fauna a renderlo il luogo adatto per un ritorno a un contatto diretto con i bioritmi naturali.
Benessere, natura e cura di sé - Il verde delle dune che sfiorano l’azzurro del mare conducono lentamente a una spiaggia lunga sei chilometri di incontaminata e paradisiaca bellezza. Qui dove il legame con la natura è essenza e riconoscenza, si crea una connessione a cui il visitatore non può rimanere indifferente e che rappresenta, anzi, il vero cuore dell’offerta turistica di questo lato di Sardegna. A Is Arenas piante, acqua e sole sono ingredienti unici ed essenziali per un’esperienza rigenerante, capace di far recuperare la quiete interiore e riattivare processi enzimatici cellulari per mantenere la salute del corpo. Un concetto di benessere olistico è l’approccio del luogo che diventa anche quello della struttura: Is Arenas Resort, infatti, offre trattamenti beauty e spa tramite programmi antistress, longevity e detox, sessioni di yoga all’aperto e sound bath meditation in pineta. Esperienze di questo tipo, persino per chi è un principiante nella pratica, consentono una speciale connessione col proprio corpo, azzerando i pensieri e portando in una dimensione mentale di rara serenità.
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Il paradiso dei golfisti - Il resort si rivela poi un vero e proprio paradiso per gli amanti del golf. Nella pineta, infatti, spunta la meraviglia dell’Is Arenas Private golf, un percorso 18 buche par 72, disegnato dagli architetti Robert Von Hagge, Smelek and Baril e riconosciuto come uno dei campi più spettacolari e impegnativi d’Europa.
Il vero lusso: riservatezza e silenzio – Oltre a natura e sport, la riservatezza è un’altra grande protagonista di una struttura che con la sua composizione da 55 camere (e 20 elegant suite circondate dalla pineta) diventa un’autentica dimensione del comfort dove il vero lusso è rappresentato dalla cura di sé, dalla connessione con i ritmi della natura e dall’immersione in uno scenario di viaggio nuovo e autentico, estraneo al turismo di massa e capace di diventare una “destinazione nella destinazione”, dove vacanza significa anche percorso salutare e potere rigenerante del silenzio, della natura e di una biodiversità sotto tutela.
Cabras e i suoi Giganti - Ma oltre a tutto questo c’è di più. In questo tratto di Sardegna dove il clima è più caldo rispetto alle altre zone dell’isola (i locali sostengono di fare il bagno in mare fino a novembre e definiscono settembre e ottobre i mesi ideali per venire qui), sono disseminate qua e là autentiche perle che vale la pena vedere. Paesini autentici di una Sardegna pittoresca: come Cabras, che svetta sulla riva sinistra di uno degli stagni più grandi d’Europa, nella regione del Campidano. Qui basta entrare al Museo Archeologico per scovare reperti pregiati e unici: i Giganti di Mont’e Prama. In una sorta di versione arcaica e tutta sarda dei Bronzi di Riace, queste statue di due metri in calcarenite raffigurano pugilatori, guerrieri e arcieri della cultura nuragica. Ritrovati in frantumi per caso nel 1974, grazie al lavoro con l’aratro dei contadini locali, questi omoni dell’XVIII/IX secolo A.C. sono tra le primissime sculture ritrovate nel Mediterraneo occidentale. Un must per gli appassionati di storia antica.
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Archeologia con vista mare - La stessa storia la emana anche Tharros, area archeologica che spunta nel bel mezzo di due colline e che vanta la vista da un lato sull’incantevole spiaggia di San Giovanni di Sinis (con un mare che cambia le diverse tonalità del blu e dell’azzurro in un tripudio di bellezza che non ci si stancherebbe mai di osservare) e dall’altro sul Golfo di Oristano (che i sardi chiamano mar Morto perché sempre piatto e calmo). Un vero e proprio museo all’aria aperta, l’archeologia con vista mare che non ti aspetti, questa ex colonia fenicia svela la sua esistenza millenaria in bilico tra civiltà nuragica, tradizione coloniale cartaginese e imperialismo romano.
Il paese dei murales - All’improvviso poi, ecco che una sosta obbligata si scopre di doverla fare a Tinnura, un paesino di 250 abitanti, sempre in provincia di Oristano. Il motivo di una visita che non può mancare sono i caratteristici murales sui muri delle case, che raffigurano scene della vita agropastorale e che rappresentano abitanti reali di questa piccolissima realtà. Creati dall’artista Pinna Monne, le cui opere sono presenti in tutta la Sardegna, questi murales strappano più di un sorriso mentre il desiderio di una tappa qui la offre anche l’unico bar presente: si chiama “A Casa mia” ed è il regno del signor Disma tra bottiglie di vino, un antico telefono, un biliardino, molti libri e un’atmosfera d’altri tempi che fa venire voglia di sedersi a un tavolino e fermare il tempo senza pretese, almeno per un po’.
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“Come a Bosa quando piove” - Definito “uno dei borghi più belli d’Italia”, Bosa si presenta invece come una sorta di arcobaleno sul fiume Temo, con le sue caratteristiche casette colorate a fare da “base” al resto del paese che si sviluppa lungo una collina rocciosa, fino al castello medievale che dall’alto scruta questo pittoresco scorcio che è anche uno straordinario produttore di malvasia. Tra una degustazione e l’altra si scopre poi che esiste un antico detto sardo che chiama in causa questo luogo: “Fai come fanno a Bosa, che quando piove lasciano piovere”, evocando un vero e proprio motto del lasciar andare le cose, del non farsi sovrastare dai problemi. Non a caso la Malvasia di Bosa è considerata vino da meditazione. Gli amanti della fotografia poi non possono non lasciarsi impressionare dal tratto di costa che porta a S’Archittu, soprattutto al tramonto: la roccia a forma d'arco, modellata da mare e vento, crea una scogliera considerata, a ragione, “da vedere almeno una volta nella vita”.
Una diversa idea di Sardegna – Insomma, come dice Marco Bongiovanni, Amministratore delegato del gruppo Baja Hotels, questa è “un’idea di Sardegna diversa e particolare”. Raccontando l’inaugurazione di Is Arenas Resort (sorto su una vecchia struttura rinnovata che era chiusa da tre anni) Bongiovanni parla della voglia di dare una chance allo sviluppo turistico, nel pieno rispetto ambientale, di un’area geografica isolata e non sottoposta a quell’overtourism che ormai si trova praticamente ovunque. “Stiamo cercando di creare un flusso turistico dove ancora non c’è, qui dove anche la morfologia del territorio e la vegetazione sono diverse e uniche rispetto alle altre zone della Sardegna”, aggiunge. Una sfida, una vera e propria scommessa che vuole valorizzare un tratto di costa meno conosciuto ma degno di essere raccontato e soprattutto meritevole di essere fatto conoscere e scoprire.