Una donna con una gravidanza in utero erniato, ovvero all'interno di una grande ernia al di fuori della cavità addominale, è stata fatta partorire nei giorni scorsi alla Città della Salute di Torino. Mamma e neonata stanno bene. Il caso, considerato "ad alto rischio", è stato risolto grazie a uno straordinario lavoro di equipe, che ha coinvolto ginecologi, ostetriche, chirurghi generali, radiologi e anestesisti. La donna, di 43 anni, era alla quinta gravidanza: "Temevo di morire, ora siamo felici", ha raccontato a Tgcom24.
Una nota della Città della Salute sottolinea che "in tutto il mondo, in più di 50 anni, sono stati descritti solo 16 casi di gravidanze a termine in un utero erniato al di fuori dell'addome, e non tutte con un buon esito". In base a quanto risulta dai report scientifici, questo è il primo caso gestito con successo in una donna ad alto rischio ostetrico e chirurgico, considerati i precedenti quattro tagli cesarei e le importanti comorbilità associate, che hanno anche indotto a correggere l'ampia porta erniaria con l'innovativo inserimento di una protesi biologica.
Alcuni giorni prima del parto, la donna di 43 anni, originaria della provincia di Cuneo, era stata ricoverata all'ospedale Sant'Anna di Torino, presso la Ginecologia e Ostetricia universitaria 1 diretta dalla professoressa Chiara Benedetto, per essere sottoposta a un'attenta valutazione multidisciplinare.
L'esecuzione di una risonanza magnetica, eseguita dalla dottoressa Donatella Tota, aveva permesso di confermare il sospetto clinico di un'ampia ernia della parete addominale complicata dalla presenza dell'utero gravido all'interno del sacco erniario al di fuori dell'addome. Vista l'eccezionalità del caso clinico, ha spiegato la Città della Salute, si è reso necessario pianificare l'espletamento del parto con estrema accuratezza, sfruttando i più recenti mezzi tecnologici a disposizione, allo scopo di tutelare sia la salute materna che quella fetale.