La Corte Suprema Usa si schiera con una web designer cristiana del Colorado che rifiuta di creare siti per celebrare le nozze gay, nonostante le leggi in vigore nello Stato vietino di discriminare la comunità Lgbtq. Lo riportano i media americani. Lorie Smith, titolare di un'agenzia che crea siti web, ritiene di avere il diritto di rifiutare i suoi servizi per le nozze gay in base al Primo Emendamento. Smith, ha spiegato, di offrire abitualmente i suoi servizi anche a persone omosessuali, ma di voler limitare quelli per i matrimoni solo alle unioni eterosessuali. "Sono molto preoccupato dalla possibilità che la decisione possa spingere a una maggiore discriminazione contro gli americani Lgbtqi+", ha commentato il presidente Joe Biden.
Ecco cosa dice il Primo Emendamento -
Lorie Smith si è appellata alla libertà di parola e di pensiero contenuta nel I Emendamento, secondo cui: "Il Congresso non potrà porre in essere leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione o per proibirne il libero culto, per limitare la libertà di parola o di stampa o che limitino il diritto della gente a riunirsi in forma pacifica e a presentare petizioni al governo per riparare alle ingiustizie".
Gli avversari di Lorie Smith avevano avvertito che una sua vittoria avrebbe permesso a una serie di esercizi commerciali di discriminare, rifiutandosi di servire clienti neri, ebrei o musulmani, coppie interrazziali o interconfessionali o immigrati. Ma la donna e i suoi sostenitori hanno affermato che una sentenza contraria costringerebbe gli artisti, dai pittori e fotografi agli scrittori e musicisti, a svolgere un lavoro contrario alle loro convinzioni.
Giudici progressisti della Corte Suprema esprimono dissenso per la sentenza -
"Oggi è una giornata triste per la legge costituzionale in America e per le vite degli Lgbtq. La Corte Suprema, per la prima volta nella sua storia, dichiara che un'attività aperta al pubblico ha il diritto costituzionale di rifiutare servizi a una classe protetta". Lo afferma il giudice della Corte Suprema, Sonia Sotomayor, esprimendo il suo dissenso, e quello dei saggi progressisti, sulla decisione della Corte di schierarsi con la web designer del Colorado, che si oppone a offrire i suoi servizi per le nozze gay. La decisione ha come effetto quello di identificare i gay e le lesbiche con un "status di seconda classe", aggiunge Sotomayor.