QUINTA EDIZIONE

"Porto Rubino" pronto a salpare | Renzo Rubino: "Portiamo musica e festa dal mare"

Dal 30 giugno al 9 luglio si tiene la quinta edizione del festival itinerante ideato da Renzo Rubino. Tgcom24 lo ha intervistato

di Massimo Longoni

© Ufficio stampa

La nuova edizione di Porto Rubino è pronta a spiegare le sue vele e navigare verso l'estate 2023: il festival dei mari, nato dalla mente del cantautore pugliese Renzo Rubino e arrivato ormai alla sua quinta edizione, animerà le coste della Puglia dal 30 giugno al 9 luglio, con cinque emozionanti appuntamenti all’insegna della musica e della tutela dei mari. Prima a tappa a Brindisi con le esibizioni di Eugenio Cesaro (Eugenio in Via Di Gioia), Mahmood e Omar Pedrini.

Dopo cinque anni Porto Rubino è diventato una certezza tra i festival estivi italiani. L'idea di trasformare una barca in palcoscenico, all'inizio all'apparenza assurda, si è fatta strada ed è diventata normalità. O meglio, eccezionalità per la sua bellezza. A bordo di incantevoli imbarcazioni, incorniciate da suggestivi scorci pugliesi, sullo speciale palco di "Porto Rubino" si avvicenderanno numerosi ospiti d'eccezione e in più fra i membri dell’equipaggio ci sarà anche Chiara Galiazzo, speciale “inviata di bordo” cui toccherà incontrare gli ospiti e raccontare sui social tutte le emozioni e i dietro le quinte di questa manifestazione (oltre a esibirsi nella serata finale). Ma "Porto Rubino" è il festival del mare, quindi anche quest'anno ci sarà una particolare attenzione alla salvaguardia dell'ambiente marino, grazie alla collaborazione con le organizzazione Sea Shepherd e Worldrise.  

Cinque anni fa avresti mai immaginato lo sviluppo di questa tua piccola follia?

Assolutamente no, anche perché non volevo organizzare un festival perenne. E' iniziato tutto per caso. Cinque anni fa ho iniziato a girare per calette con la mia barca, arrivavo, attaccavo la chitarra, una tastierina, e suonavo per la gente che arrivava sulla banchina, ma per puro divertimenti. Poi una volta arrivato a Tricase ho chiamato un amico, Giuliano Sangiorgi, e lì la cosa è montata. Tra l'altro tutto questo fatto senza autorizzazioni, diciamo in maniera un po' pirata... Ho chiamato quell'esperienza "Porto Rubino" ed è finita lì.

In realtà però la cosa non si è per nulla fermata...

No, l'anno seguente è arrivato il maledetto Covid e tutti i progetti musicali sono andati in fumo. Io ero a Milano e avevo bisogno di qualcosa di bello su cui concentrarmi. Così ho pensato a di recuperare quell'idea facendola diventare qualcosa di importante, anche per parlare di mare. Così mi sono strutturato, con tutti i permessi e le autorizzazioni, e l'ho fatta diventare un vero e proprio festival. Oggi, dopo cinque anni, anche se il mio ruolo resta importante, ci lavorano talmente tante persone che è diventata una barca che veleggia da sola. 

Com'è cambiata la risposta degli artisti e delle istituzioni nel corso degli anni?

All'inizio era un casino spiegare quello che volevamo fare, la gente non capiva. E d'altra parte c'era un po' di diffidenza verso un progetto che era di fatto un inedito. Tanto che all'inizio sono venuti a suonare soprattutto gli amici, sulla fiducia. Ma questa cosa è stata una forza perché poi quelli che sono venuti sono rimasti così conquistati che hanno iniziato a spargere la voce. Anche perché Porto Rubino non è un festival tradizionale: si crea un clima di festa, nei concerti si improvvisa, dopo si sta insieme. Non ci interessano numeri o classifiche.

Oggi come lo scegli il cast?

In questi anni sono tolto un po' di sfizi, invitando artisti che mi sono sempre piaciuti. Più siamo andati avanti però e più abbiamo dato una direzione: siamo in un porto di mare, luogo di mescolanza per eccellenza, e quindi abbiamo cercato di trasferire questa cosa anche nel cast. Diverse generazioni, diversi generi, diversi stili. Questo non significa che chiamiamo chiunque senza un criterio, ma sicuramente non è un festival di genere. 

Il pubblico come è cambiato nel corso delle edizioni?

All'inizio il pubblico era composto dalla gente che viveva le marine, vedeva un po' di movimento e si avvicinava incuriosito. Poi è diventato un pubblico che viene per gli artisti. Oggi invece le persone vengono per "Porto Rubino". Non che gli artisti non siano importanti ma fanno parte di un contesto. 

Quest'anno due tappe, per la prima volta, saranno gratuite. Come mai?

Sì, siamo riusciti a organizzare la gratuità per due delle tappe. Abbiamo dovuto fare grandi sacrifici ma ci tenevamo. Lo abbiamo fatto con due porti che danno la possibilità di accogliere tante persone senza problemi per la sicurezza.

"Porto Rubino" significa anche attenzione alla sostenibilità ambientale.

Intanto parliamo molto e cerchiamo di educare alla cura delle cose, anche attraverso l'arte e la bellezza. Poi concretamente abbiamo cercato di rendere il festival il più possibile a impatto zero: nelle zone concerto non ci sarà plastica, non faremo i manifesti, nonostante in Puglia funzionino ancora molto a livello promozionale. Anche i pass non saranno né di carta né di plastica, ma saranno piccoli gadget che rimarranno a chi ne usufruirà. 

CALENDARIO PORTO RUBINO 2023

30 GIUGNO - BRINDISI

Eugenio Cesaro (Eugenio in Via Di Gioia)

Mahmood

Omar Pedrini

2 LUGLIO - GIOVINAZZO

Madame

Emma Nolde

Santi Francesi

Alan Sorrenti

5 LUGLIO – MONOPOLI – SOLD OUT

Bianco

Giovanni Caccamo

Niccolò Fabi

Piero Pelù

7 LUGLIO - TRICASE

Carlo Amleto

Delicatoni

Levante

Nada

Raf

9 LUGLIO - CAMPOMARINO

Dardust

Dente

Emma Marrone

Francesca Michielin