E' la settimana decisiva per il piano Ruanda che continua a sollevare aspre polemiche nel Regno Unito. Il provvedimento, con cui il governo mira a una stretta sull'immigrazione irregolare, dovrebbe essere approvato nei prossimi giorni ma ha creato una spaccatura all'interno del partito di maggioranza. Il punto della contesa è il costo per il trasferimento dei migranti nel paese africano: 169 mila sterline a persona (196 mila euro), in base ai dati diffusi il 26 giugno dal ministero dell'Interno. Per ricollocare un richiedente asilo servirebbero 63 mila sterline in più rispetto a quanto occorrerebbe per mantenerlo nel Regno Unito.
Il piano Ruanda costa troppo -
La misura avrebbe dunque più criticità che benefici: lo ha sostenuto Caroline Nokes, deputata conservatrice e presidente della Commissione per le Pari opportunità della Camera dei Comuni. Nasce così lo scontro in Parlamento con la ministra dell'Interno Suella Braverman, fautrice di un approccio più duro verso i migranti.
"Non solo è molto difficile giustificare l'invio dei richiedenti asilo in Ruanda, quando noi in realtà dovremmo aver messo in piedi un sistema d'asilo migliore, ma anche la questione economica è perfettamente legittima e importante", ha dichiarato Nokes. Dall'altro lato, la ministra dell'Interno ha difeso la misura, esortando i parlamentari ad approvarla in quanto unica soluzione per fermare i trafficanti e bloccare gli sbarchi sulle coste britanniche. Solo così, sostiene Braverman, sarebbe possibile riportare "in equilibrio il nostro sistema d'asilo".
I dati sugli sbarchi -
Lo "schema Ruanda", annunciato nella primavera del 2022 e inserito nel disegno di legge Illegal Migration Bill, mira a trasferire quote di richiedenti asilo nel paese africano. Lo scopo della misura è disincentivare le partenze, dopo i numeri record del 2022. Secondo i dati diffusi a marzo dal governo britannico, dal 2018 sono 85 mila i migranti entrati illegalmente su piccole barche nel Regno Unito. Di questi, ne sono arrivati 45 mila solo lo scorso anno.
Il piano è rimasto finora sulla carta, a causa dei ricorsi legali avviati. Tant'è che il primo volo di ricollocamento, programmato per giugno 2022, fu bloccato da un provvedimento provvisorio dell'ultimo minuto varato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Il via libera alla misura non è affatto scontato: contro si sono già espressi molti membri della Camera dei Lord. In caso di mancata approvazione, verrebbe a cadere uno dei punti principali dell'agenda del governo conservatore guidato da Rishi Sunak.