Women Power

Silvia Wang: "Il nostro desiderio è rendere più accessibile il benessere mentale"

Silvia Wang, fondatrice di Serenis, racconta la sua storia a Tgcom24

di Carlotta Tenneriello

Silvia, una storia personale molto particolare che ha origine in Cina.
È così. I miei genitori sono cinesi e sono venuti in Italia per necessità quando erano molto giovani. Io sono nata a Milano, ma ovviamente sono stata tra le primissime bambine cinesi in Italia. I miei genitori sono stati il mio primo esempio di imprenditoria, di dedizione e di coraggio. Da loro ho imparato che puoi cambiare la tua vita, ma che questo richiede tanti sforzi.

Un’infanzia serena e tante idee nel cassetto: che bambina sei stata?
Una bambina diversa per definizione, ma anche molto normale nei risultati scolastici e nelle attività. Ho sempre cercato di omologarmi e ho trovato tardi un mio equilibrio. Tuttavia, ho avuto da sempre la consapevolezza che avrei voluto creare qualcosa a modo mio.

Volitiva e determinata: una carriera universitaria brillantissima e un inizio nel mondo del lavoro col botto.
Ho studiato economia e, come molti, volevo andare all’estero. Ho avuto la fortuna di trovare lavoro in un fondo di investimento che lanciava startup in giro per il mondo e grazie a questo impiego sono stata parecchi anni nel sud est asiatico formandomi nel campo del digitale. Ho lavorato nelle maggiori aziende digitali tra cui il più grande sito di fashion e-commerce del sud-est asiatico e una startup poi acquistata dalla più importante multinazionale cinese privata attiva nel commercio elettronico.

Quanto ha contato aver avuto un’esperienza internazionale nell’idea imprenditoriale che hai maturato?
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, direi poco perché ho deciso di rientrare in Italia per lanciare la mia prima startup rivolta al mercato italiano. Io e mio marito abbiamo sempre saputo che il nostro futuro sarebbe stato qui, quindi anche l’idea imprenditoriale è stata studiata per poter essere realizzata nel nostro Paese. Aggiungo però che l’esperienza internazionale mi ha di sicuro aiutato a crescere come persona.

Un successo dietro l’altro e un percorso professionale di grande soddisfazione: essere donna è stato un problema?
Purtroppo essere donna è ancora penalizzante in Italia come all’estero. Mi è capitato spessissimo nelle riunioni di essere ignorata o di percepire che si desse per scontato che fossi meno preparata dei colleghi maschi.

Lavoro e famiglia, non è sempre facile.
No, ma come in tutte le cose si tratta di scelte. C’è stato un periodo in cui ho voluto focalizzarmi solo sul lavoro ed ero felice così. Poi ho desiderato di avere dei figli e ho riorganizzato la mia attività per poter stare con loro: ho avuto la fortuna di poter scegliere. Penso che l’importante sia poter arrivare a una situazione in cui nessuna donna si trovi costretta a scegliere tra lavoro o famiglia dovendo rinunciare a qualcosa, perché obbligata da fattori esterni. Penso, ad esempio, alla carenza di ausili per poter gestire i piccoli.

Come nasce Serenis?
Serenis nasce dall'esperienza mia e del team in quanto pazienti noi stessi e dal desiderio di rendere più accessibile il benessere mentale. Serenis lavora costantemente per abbattere lo stigma; per questo organizziamo svariate iniziative tese a sensibilizzare su questo tema, ad esempio regalando sedute alle neo mamme che soffrono di depressione post partum o agli studenti che si stanno diplomando. Il lavoro più grande però lo facciamo creando un luogo serio e di qualità a cui le persone possono affidarsi quando vogliono prendersi cura della propria mente. Serenis è un centro medico ed è responsabile del servizio che eroghiamo; vi lavorano solo psicoterapeuti formati ed è stato firmato un manifesto per garantire un’attività etica e responsabile.

Cosa differenzia Serenis da altre iniziative legate al benessere mentale?

Oltre alla qualità del servizio, la tecnologia. Abbiamo una app che, sulla base di un questionario, trova il terapeuta più adatto tra gli oltre 800 a disposizione. Inoltre, si possono prenotare e gestire le sedute in autonomia e, soprattutto, detrarre le fatture in automatico. Sempre sulla app, si può accedere anche a diversi servizi, tra cui il diario, pratica di benessere quotidiana, dove è possibile inserire obiettivi, tracciare l’umore e scrivere pensieri da condividere eventualmente col proprio terapeuta. Infine, poter fare sedute in videochiamata permette molta flessibilità, ci si può connettere quando si vuole da dove si vuole, perfino in vacanza col cellulare tra un’attività e l’altra.

Worklife balance, oggi se parla parecchio.
Ribadisco che a mio avviso è una questione di priorità riferita a un particolare periodo. Per me c’è “balance”, cioè equilibrio, quando si sta bene perché si stanno facendo le cose che in quel momento sono prioritarie per noi. Inoltre, spesso si parla di work life balance come se i tanti aspetti della vita, quindi personali e professionali, siano opposti o antagonisti: nel mio caso, per esempio, spesso coincidono. Ricordo che la mia prima startup l'ho fatta con mio marito ed è stata la scelta migliore che potessimo fare.

Un tuo suggerimento alle ragazze che desiderano diventare imprenditrici.
Se si è agli inizi, consiglio di farsi un po’ di esperienza in un posto dove si può crescere molto senza guardare troppo alla posizione o al brand, ma solo a quanto si impara. In generale, consiglio di trovare qualcosa che appassiona e che dia soddisfazione nella quotidianità a prescindere dal risultato finale perché fare impresa è difficile e spesso va male.

Qualcosa su di te: hobby, passioni e frivolezze, se ne hai.
Mi piace arrampicare in falesia.