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Mari sempre più caldi: un punto sulla situazione

La parte dell’atmosfera a diretto contatto con la superficie terrestre si è riscaldata di 0,6 °C negli ultimi due secoli a causa del crescente aumento dei gas a effetto serra. Questo porta a un continuo aumento della temperatura degli oceani, a livelli sempre più elevati di salinità e di stratificazione delle acque

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L’acqua dei mari e degli oceani di tutto il mondo è sempre più calda. La parte dell’atmosfera a diretto contatto con la superficie terrestre si è riscaldata di 0,6 °C negli ultimi due secoli a causa del crescente aumento dei gas a effetto serra. Questo porta a un continuo aumento della temperatura degli oceani, a livelli sempre più elevati di salinità e di stratificazione delle acque, fattore questo che limita sempre più gli scambi tra superficie e profondità con ripercussioni annesse sulla biodiversità.

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L’acqua calda occupa più spazio di quella fredda, riscaldandosi quindi gli oceani si espandono e il loro livello sale. Tra il 1971 e il 2010 questo innalzamento ha portato ad un aumento del livello degli oceani di circa 8 decimi di millimetro ogni anno. Secondo uno studio condotto da università italiane, cinesi e statunitensi, la temperatura delle acque del Pianeta fino a 2 km di profondità non è mai stata così elevata. L’aumento registrato nel 2022 è pari a mille miliardi di miliardi di joule rispetto all’anno precedente. Un livello di energia prodotta paragonabile all’esplosione di cinque bombe di Hiroshima ogni secondo per un anno intero.

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Studi, analisi e previsioni non sono sufficienti. Servono a sottolineare la drammaticità della situazione, ma devono essere affiancati da fatti, scelte politiche, cambiamenti nella quotidianità, del singolo e della società. Le catastrofi naturali sono legate alla costante incuria globale nei confronti dell’ambiente. Occorre prevenire, non limitarsi a fare il conto dei danni. In tutto ciò le buone notizie per fortuna non mancano, vedi l’ottima ripresa di alcune parti della Grande barriera corallina a largo dell’Australia nord-orientale, il più grande organismo vivente della Terra, visibile anche dallo spazio, secondo i dati dell’Istituto australiano di scienze marine. Così come resta storico l’accordo sulla protezione degli oceani, raggiunto quest’anno dai delegati ONU. Un quadro giuridico per la creazione di aree marine protette, che permetteranno di contrastare la perdita di biodiversità.

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