Due donne e due uomini, tutti non astronauti professionisti, vivranno per un anno come se si trovassero su Marte. E' iniziata nell'area dello Johnson Space Center, a Houston, la missione nella base stampata in 3d, "Mars Dune Alpha". Lo scopo è simulare le condizioni di vita sul pianeta rosso, in vista di una futura missione.
Chi sono i quattro "astronauti" -
I partecipanti all'esperimento sono ricercatori selezionati dalla Nasa. Si tratta dell'esperta di medicina, Kelly Haston; l'ingegnere Ross Brockwell; l'esperto in medicina d'urgenza, Nathan Jones e la microbiologa Anca Selariu. Per un anno vivranno all'interno della base stampata in 3d da 158 metri quadrati. L'agenzia governativa responsabile del programma spaziale statunitense li ha definiti "analoghi astronauti". Durante la loro permanenza nella "Mars Dune Alpha", dove vengono simulate le condizioni di vita esistenti su Marte, saranno costantemente controllati. In questo modo forniranno informazioni utili per pianificare la prima missione reale di astronauti su Marte.
Un'esperienza realistica -
Nel corso di un anno di sperimentazione, gli "analoghi astronauti" potranno lasciare la loro nuova casa stampata in 3d solo per simulare passeggiate spaziali su Marte, nei 111 metri quadrati che simulano il suolo marziano. I ricercatori della Nasa hanno fatto sapere di avere fatto tutto il possibile per rendere l'esperienza realistica, in modo da poter apprendere l'impatto che un anno in isolamento, con risorse limitate, ha sulla salute umana. Nel corso dell'anno, infatti, gli "analoghi astronauti" vivranno in condizioni estreme, condurranno esperimenti, coltiveranno cibo, si alleneranno e saranno testati regolarmente.
Lo scopo della missione -
Osservare quattro persone che trascorrono un anno intero in una base stampata in 3d è il primo piccolo passo della Nasa verso lo sbarco degli umani sulla superficie di Marte. L'agenzia spaziale americana afferma che spera di inviare persone in carne e ossa sul pianeta rosso già dopo il 2030. La prima missione potrebbe essere un viaggio di sola andata di nove mesi. I partecipanti potrebbero rimanere sul pianeta per due anni e mezzo, prima di iniziare il lungo viaggio di ritorno a casa. I preparativi sono già a buon punto con il programma Artemis, che attualmente sta per rimandare gli astronauti sulla Luna per la prima volta dal 1972. Nell'ambito delle missioni Artemis, la Nasa sta anche lanciando Gateway, una stazione spaziale che orbiterà attorno alla Luna e fungerà da pit-stop per le missioni dirette a Marte.
Sognando Marte -
Arrivare sulla Luna significa arrivare su Marte, e arrivare su Marte comporta testare la salute fisica e comportamentale di un equipaggio in isolamento. È qui che entra in gioco la missione nella base stampata in 3d. Questo non è il primo test di questo tipo. Nel 2015 l'astronauta Scott Kelly e il cosmonauta Mikhail Kornienko hanno trascorso un anno sulla Stazione Spaziale Internazionale. Gli scienziati hanno confrontato la biometria di Kelly con quella del suo gemello identico rimasto sulla Terra, il senatore Mark Kelly, per apprendere gli effetti sul corpo umano di un volo spaziale così lungo. Gli scienziati della Nasa stanno anche conducendo una serie di "missioni analoghe" intese a simulare varie parti dell'esplorazione spaziale.
Com'è fatta la base in 3d -
La base dove soggiorneranno i ricercatori comprende quattro alloggi privati e un bagno in comune con doccia e servizi igienici. Ci sono postazioni di lavoro dedicate, una stazione medica e un'area lounge, completa di giochi da tavolo, una console Play Station 3 e Super Nintendo. Utilizzando serre al coperto, i membri dell'equipaggio coltiveranno cibi pronti come pomodori e verdure. In questo modo la Nasa potrà valutare la qualità e l'efficacia del suo piano per coltivare cibo su Marte. La loro spazzatura sarà analizzata dagli scienziati della Nasa che lavorano per progettare prodotti che possano essere riutilizzati nello spazio. Ci sarà anche un ritardo di comunicazione di 22 minuti tra gli abitanti della base e il mondo esterno, proprio come sperimenteranno gli astronauti quando comunicheranno con la Terra.
Passeggiate pseudo-spaziali -
L'equipaggio indosserà pseudo tute spaziali e attraverserà una finta camera di equilibrio per entrare nella parte "esterna" dell'habitat: una bolla gonfiabile piena di sabbia con un paesaggio marziano. Qui completeranno in coppia le missioni simulate. Verrà utilizzata la realtà virtuale per fare sembrare che stiano effettivamente attraversando la superficie del pianeta rosso. Alcune di queste traversate utilizzeranno abilità geologiche di base – identificare le rocce di interesse, fotografarle e portare un campione all'interno per l'analisi – o capacità di valutazione del sito per la possibile costruzione di altre strutture man mano che l'impronta umana su Marte si espande. Altre missioni riguarderanno la manutenzione della struttura o la rimozione della sabbia dai pannelli solari esterni dell'habitat. Usando i tapis roulant e le simulazioni VR, potrebbero camminare per ore per condurre ricerche e raccogliere risorse.
Scorte di cibo limitate -
Gli "astronauti" saranno monitorati da vicino per segni di stress fisico e mentale. I membri dell'equipaggio avranno una scorta di cibo limitata. Dovranno inviare regolarmente campioni di sangue e saranno sottoposti a indagini psicologiche. Rispetto alle altre simulazioni organizzate finora dalla Nasa, questa prevede un periodo di isolamento più lungo: fino a 378 giorni contro i 45 di missioni precedenti. Il record di durata della simulazione di una missione marziana finora è detenuto dall'Agenzia Spaziale Europea, con i 520 giorni del programma Mars 500, condotto fra il 2007 e il 2011.