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Montagna, il Cai: "Stop alle croci sulle vette, sono anacronistiche e divisive"

L'associazione alpinistica le considera inadatte a "un presente caratterizzato da dialogo interculturale e da nuove esigenze paesaggistico-ambientali". E qualcuno già le rimuove

Pixabay

Il Club alpino italiano (Cai) dice stop alle croci sulle vette delle montagne. A lanciare la "crociata" - è il caso di dirlo - è stato lo Scarpone, lo storico portale dell'associazione: "La società attuale si può ancora rispecchiare nel simbolo della croce? Ha senso innalzarne di nuove? Probabilmente la risposta è no". Il motivo è chiaro: le croci, considerate "anacronistiche" e "divisive", non si coniugano più con "un presente caratterizzato da un dialogo interculturale, che va ampliandosi, e da nuove esigenze paesaggistico-ambientali". Se la base dei soci è divisa, le guide di Alagna (Vercelli) hanno già cominciato a rimuoverle per ammassarle in un memoriale.

La posizione del Cai - Oltre all'artico sullo Scarpone, questa proposta è stata lanciata durante un incontro all'università Cattolica di Milano, in occasione della presentazione di un libro dedicato al legame tra montagna e religione, dal papa "montanaro" Giovanni Paolo II fino al rapporto profondo tra spiritualità, riflessione e natura. Durante l'incontro, spiega il Cai, c'è stata tra i presenti "una larga concordanza sulla necessità di lasciare integre le croci esistenti, perché testimonianze significative di uno spaccato culturale, e allo stesso tempo di evitare l'installazione di nuovi simboli sulle cime".


Una tesi condivisa dal Cai, che fa sapere di " guardare con rispetto le croci esistenti" ma anche di "preoccuparsi del loro stato ed eventualmente, in caso di necessità, occuparsi della loro manutenzione (ripulendole dagli adesivi, restaurandole in caso di bruschi crolli)". Ciò perché, evidenzia l'associazione, "rimuoverle sarebbe come cancellare una traccia del nostro cammino; un'impronta a cui guardare per abitare il presente con maggior consapevolezza".

No a nuove croci - Ma, spiegano, "è proprio il presente, un presente caratterizzato da un dialogo interculturale che va ampliandosi e da nuove esigenze paesaggistico-ambientali, a indurre il Cai a disapprovare la collocazione di nuove croci e simboli sulle nostre montagne". Il Club specifica che "è lo stesso metro che il sodalizio ha adottato con i rifugi e con le vie ferrate, prendendosi cura delle strutture esistenti e, al contempo, dichiarandosi contrario alla realizzazione di nuovi innesti".


E qualcuno già le rimuove - La base dei soci è divisa. Più di qualcuno è perplesso, spiega Il Giorno. Le croci sono infatti simbolo di pace e speranza, rappresentano le sofferenze patite per salire in vetta e ricordano quelle persone che hanno perso la vita per tentare di raggiungerle. Intanto, fa sapere il quotidiano, le guide alpinistiche di Alagna (Vercelli) hanno già cominciato a rimuovere alcune croci per ammassarle in un memoriale.

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