A MILANO IL 17 LUGLIO

Iggy Pop, unica data italiana per presentare il nuovo "Every Loser"

Il 17 luglio al Teatro Arcimboldi di Milano appuntamento dal vivo con l’Iguana del Rock 

© Jimmy Fontaine

Iggy Pop è in gran forma. Lo dimostra l'ultimo album, "Every Loser" uscito all'inizio di questo 2023 che mette in campo l’aggressività e l’energia dei giorni migliori. In tour in Europa, Iggy toccherà anche l'Italia per un'unica data in programma il 17 luglio al Teatro Arcimboldi di Milano. Sul palco ripercorrerà le tappe della sua lunga carriera in cui si è dimostrato un vero istrione e ha saputo cavalcare diverse epoche arrivando fino a oggi rimanendo uno dei simboli della furia trasgressiva del rock.:

Avevamo ascoltato Iggy Pop in Italia per l’ultima volta dal vivo a Palazzo Tè, a Mantova, ad agosto 2022. Ora tornerà a Milano, da dove manca dal 2013.

Padre del punk -

  James Newell Osterberg Jr., "l'iguana", per tutti Iggy Pop, non molla. Forse nessuno avrebbe scommesso un cent sul fatto che sarebbe arrivato a festeggiare 76 anni e intanto ancora oggi rimane uno dei simboli della furia trasgressiva nel rock. Basta guardarlo sul palco: petto nudo, muscoli, mentre continua come se nulla fosse la sua routine di padre fondatore del punk. La cosa sorprendente è che una volta sceso dal palco sia un tranquillo signore dallo sguardo spiritato che ha una passione per gli studi storici sull'impero romano.

Detroit e gli Stooge -

 s Per capire il caro Iggy bisogna tornare alla Detroit dei primi anni 60. Lui e i suoi amici erano degli emarginati bianchi che si sentivano lontani sia dalla musica della Motown, che aveva messo la Motor Town al centro del mondo, sia dalle lotte dei neri per il riconoscimento dei loro diritti. A Detroit però c'era la Grande Ballroom, una vecchia sala da ballo che diventò il cuore della musica alternativa: qui si esibivano gli Mc5 e le band più importanti. E qui cominciò l'avventura degli Stooges, la band che ha segnato la vita di Iggy Pop e che rappresentava in musica il furore di quei ragazzi. Un rock al grado zero, senza concessioni e paure, il punk suonato con anni di anticipo.

Salvato da Bowie -

  All'inizio degli anni 70 Iggy Pop era senza band, senza contratto, senza casa e in balia della dipendenza da eroina. Lo ha salvato David Bowie che prima ha prodotto "Raw Power", l'album che ha fatto rimettere insieme gli Stooges (che si sciolsero di nuovo dopo un concerto finito in una rissa con un gruppo di biker) poi producendo i due album solisti più importanti della carriera di Iggy, "The Idiot" e "Lust for Life", che, a parte la title track diventata poi il brano simbolo di "Trainspotting", contiene anche "The Passengers". Brani che sono anche stati simbolo di una ennesima "rinascita" e ritorno in pista negli anni 90 grazie all'uscita del film di Danny Boyle.

L'amicizia con Bowie ha dato altri frutti, visto che "l'iguana" è co-autore di "China Girl", "Tonight" e "Sister Midnight". "Mi ha resuscitato - ha detto Iggy in un'intervista con il New York Times - La nostra amicizia era basata sul fatto che quest'uomo mi ha salvato da un punto di vista professionale e forse anche da un annientamento personale. E' molto semplice". In realtà ci sono voluti molti anni prima che si liberasse dalle sue dipendenze e riuscisse a tornare a un'esistenza che non fosse un inferno. A parte Bowie, a tenerlo a galla è stata la sua leggenda, il suo status riconosciuto di anticipatore, di simbolo vivente della trasgressione. Nella sua biografia arrivano dischi solisti fortunati come "Blah-Blah-Blah", "American Caesar", il ritorno degli Stooges, l'introduzione nella Hall of Fame del rock'n'roll, ben 18 colonne sonore di film che contengono sue canzoni, tanti concerti, l'inevitabile e sconvolgente autobiografia. 

L'ultimo album -

  A gennaio 2023 ha pubblicato la sua ultima fatica, Every Loser, album prodotto da Andrew Watt per la Gold Tooth Record e che lo conferma nel suo status di leggenda del rock. Un ritorno alle origini con un sound crudo e diretto in stile Stooges e una giusta dose di autoironia. Nel lavoro con lui oltre a Andrew Watt, eclettico produttore musicale che nel 2021 ha vinto un Grammy, anche artisti del calibro di Duff McKagan (ex bassista dei Guns N' Roses), Chad Smith e Josh Klinghoffer (rispettivamente attuale batterista ed ex chitarrista dei Red Hot Chili Peppers).