Decreto Lavoro, Forza Italia assente: maggioranza sotto in commissione | Opposizioni all'attacco, Tajani: "Solo un incidente di percorso"
Mancano due senatori azzurri: pareggio in commissione di Bilancio con dieci sì e altrettanti no. Conte e Schlein: "Maggioranza nel caos"
Resta, almeno per ora, bloccato al Senato in commissione Bilancio, il decreto Lavoro, uno dei provvedimenti più importanti approvati dal governo Meloni. Il voto in commissione bilancio ha visto un pareggio per 10 a 10 tra sì e no. Il motivo? L'assenza di due senatori di Forza Italia, Dario Damiani e Claudio Lotito.
La risposta degli assenti -
La risposta degli assenti Si dovrà quindi attendere per poter andare in Aula, anche se la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha stabilito verrà ora fatta una votazione su un nuovo parere per consentire l'esame delle proposte di modifica. I due assenti hanno giustificato così il mancato voto: "Si è trattato solo di un contrattempo, eravamo impegnati con altro", ha spiegato. "Quello che è accaduto in commissione Bilancio - hanno aggiunto - non ha alcuna rilevanza politica. Il senatore Lotito e io, componenti della Commissione, siamo sempre presenti e lo eravamo anche oggi, ma siamo arrivati con 15 minuti di ritardo“, afferma il senatore Damiani. “Io mi attengo a quello che mi dice il capogruppo noi dovevamo scendere a una certa ora e siamo scesi, se hanno votato prima non lo so”, conferma Lotito.
Le parole di Tajani -
"Un incidente di percorso, una tempesta in un bicchiere d'acqua". Così Antonio Tajani ha liquidato l'inciampo della maggioranza in commissione Lavoro al Senato. "È stato un incidente di quelli che non dovrebbero capitare ma che capitano: nessun messaggio, nessuna divisione, lasciamo parlare l'opposizione che peraltro avrebbe altri problemi suoi di cui occuparsi", ha minimizzato il ministro degli Esteri interpellato sulla vicenda in veste di leader di FI a Londra.
La reazione di Pd e M5s -
La reazione di Pd e M5s Si è subito scagliata all'attacco l'opposizione, con la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha commentato così la vicenda: "La verità è che questo esecutivo non sta in piedi, incapace di passare dalla propaganda ai fatti". Daniele Manca e Beatrice Lorenzin, esponenti dem in commissione Bilancio al Senato, sottolineano: “Questo era un provvedimento simbolo, ma si è trasformato nel primo grande fallimento di questa maggioranza”. Su Facebook anche Giuseppe Conte non risparmia le critiche all'attuale esecutivo: "In mezzo a questo caos il carovita sottrae 61 miliardi dal conto corrente degli italiani e Meloni, che prometteva 1000 euro con un click a tutti durante il Covid, resta a guardare”. È un Governo incapace, inutile e dannoso“, conclude il presidente del M5s.
Il tempo stringe -
Il tempo stringe In attesa che i lavori in Aula possano ripartire, questo inciampo del Governo rischia però di accorciare il tempo a disposizione per dare il via libera al decreto Lavoro. Dopo il sì del Senato, infatti, il provvedimento deve passare alla Camera, dove la discussione generale è stata fissata per lunedì 26 giugno. Ovvero una settimana esatta prima della scadenza del decreto, fissata per il 3 luglio.
Smart working P.A. fino a settembre per i fragili -
Nel testo del dl è stato intanto introdotto un emendamento che proroga dal 30 giugno al 30 settembre lo smart working nella Pubblica amministrazione per i lavoratori fragili. Il testo è della relatrice Paola Mancini. E' stato inoltre anche "potenziato di 5 milioni il fondo per i familiari di vittime di infortuni mortali sul lavoro" e sono stati trovati fondi "per ulteriori 7 milioni per la scala di equivalenza" per l'assegno di inclusione, garantendo così "più disponibilità per i fragili", spiega la relatrice che, dice, è "ampiamente soddisfatta".