È un anno da sogno per gli amanti delle esperienze ruolistiche. Tra le avventure di Link in The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, le lotte infernali di Diablo IV e l'epopea spaziale di Starfield (in arrivo a settembre), l'estate dei videogiocatori sta per infiammarsi grazie a Final Fantasy XVI, il nuovo gioco di ruolo della celebre saga creata da Square-Enix, in uscita il 22 giugno in esclusiva su PlayStation 5.
Se le impressioni dopo qualche ora di gioco avevano suggerito la possibilità di trovarsi di fronte a un nuovo, potenziale capolavoro, il verdetto dopo oltre cinquanta ore trascorse tra le lande di Valisthea (ambientazione che omaggia Il Trono di Spade e The Witcher a più riprese) non fanno che confermare le sensazioni iniziali: l'avventura di Clive Rosfield rappresenta l'ennesima esclusiva che i fan di PS5 non dovrebbero perdere per nessun motivo al mondo.
LA MALEDIZIONE DEI CRISTALLI -
Per secoli, i popoli dei regni che compongono Valisthea si sono riuniti attorno ai Cristalli Madre, erigendo fortezze e costruendo vere e proprie città allo scopo di attingere alla loro benedizione: l'etere che alimenta la magia usata nella vita di tutti i giorni dalle persone comuni. Quello stesso etere che, giorno dopo giorno, sta lentamente esaurendosi, generando una piaga capace di avvolgere nell'oscurità ogni luogo che incontra e debellare ogni forma di vita. Quello stesso etere che, da benedizione capace di far prosperare la vita, si è trasformato in una vera e propria maledizione pronta a segnare indelebilmente il destino di Valisthea e dei suoi abitanti.
In questo scenario si muovono le figure principali di un'avventura fantasy medievale lunga decine e decine di ore, in cui il protagonista Clive Rosfield si trova suo malgrado a portare sulle spalle il destino del mondo intero. L'eroe è uno dei cosiddetti "Portatori", persone capaci di lanciare incantesimi senza l'uso dei cristalli ma contando soltanto sulle proprie forze. Ogni nazione può inoltre contare sulla presenza dei "Dominanti", individui capaci di evocare il potere delle creature più potenti di Valisthea: gli Eikon, reinterpretazione di uno degli elementi più caratteristici della saga (le "evocazioni") che hanno un ruolo centrale nella narrazione di Final Fantasy XVI.
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Questi elementi sono sfruttati per tratteggiare un'ambientazione complessa, ricca di sfaccettature e contraddizioni, in cui le medesime figure sono viste in modo diverso a seconda del luogo in cui sono nate. Portatori e Dominanti, infatti, vengono utilizzati come risorse fondamentali per la società o come reietti da perseguitare a ogni costo a seconda del regno: l'Ortodossia dei Cristalli, una fede estremista del Regno di Ferro che venera i cristalli, ritiene che i Dominanti non siano altro che abomini da eliminare, mentre in luoghi come il Regno di Waloed o il Sacro Impero di Sanbreque, i Dominanti sono utilizzati come "guardiani" in grado di proteggere i nemici a ogni occasione utile.
LA STORIA A PORTATA DI MANO -
Da giovane e promettente guerriero chiamato a proteggere la vita di suo fratello Joshua, Dominante dell'Eikon del Fuoco chiamato Fenice, Clive si troverà coinvolto in un evento che cambierà drasticamente la sua esistenza, dando così inizio a un cammino di vendetta costellato di difficoltà, drammi personali e rivelazioni che gli permetteranno di comprendere la sua reale natura dopo aver manifestato l'abilità di sfruttare i poteri degli altri Eikon: decide di usare questo dono per tentare di fare la differenza e cambiare le sorti di Valisthea, contando sul supporto di nuovi e vecchi alleati che lo accompagneranno in un viaggio intricato, intenso e ricco di momenti epici.
È una sceneggiatura particolarmente complessa, quella messa a punto da Square-Enix, che nel caratterizzare ogni nazione di Valisthea ha dato vita a un incredibile mosaico in cui potrebbe essere difficile orientarsi a dovere: per fortuna, in ogni momento, i giocatori hanno la possibilità di premere un tasto e attivare la funzione Storia dei Tempi Correnti, che consente di visualizzare non solo i profili dei personaggi che appaiono durante le sequenze filmate, ma anche informazioni sulle tradizioni, gli equilibri e i conflitti geopolitici che rendono "unico" quel tassello dell'ambientazione. È solo uno dei modi sfruttati dagli sviluppatori per mettere la storia al centro dell'esperienza di gioco.
Se le decine di filmati non fossero sufficienti a trasmettere adeguatamente l'atmosfera che regna su Valisthea, un'altra funzione affidata a un personaggio nel rifugio permette in ogni momento di "ripercorrere" gli eventi di quel mondo, di valutare lo stato di alleanze e conflitti, di approfondire battaglie e accordi strategici al fine di cercare di prevedere la prossima mossa. È una trovata interessante che riesce a coinvolgere maggiormente il giocatore e che, insieme ai Mille Tomi (una sorta di "enciclopedia" che racchiude ogni elemento di gioco, dai personaggi al "bestiario"), offre decine di testi da spolpare per scoprire tutto ciò che c'è da sapere sul mondo fantasy tratteggiato dalla software house giapponese.
IL FARDELLO DELL'EROE -
Non fatevi un'idea sbagliata: sarà pure un gioco di ruolo con una forte propensione allo storytelling, ma Final Fantasy XVI è prima di tutto il tentativo da parte di Square-Enix di svecchiare la formula di gioco tipica della saga e abbracciare una direzione maggiormente votata all'azione, che passa da un sistema di combattimento in tempo reale capace di tenere il giocatore incollato allo schermo grazie a una varietà di poteri e abilità da sfruttare. Arrivati ai titoli di coda, le opzioni utilizzabili dal giocatore sono talmente tante da avere l'imbarazzo della scelta, merito anche di equipaggiamenti e accessori che contribuiscono a creare "build" incentrate su particolari strategie o poteri.
Se le meccaniche di base, infatti, ruotano attorno all'uso della spada, della schivata e del contrattacco, avanzando nella storia si ottengono nuove abilità con cui dar vita a combo più articolate e devastanti. Nonostante il coinvolgimento di Ryota Suzuki, papà dei combat system di Dragon's Dogma e Devil May Cry 5, il nuovo gioco di ruolo non si spinge mai verso tecnicismi esagerati, ma riesce comunque a garantire una profondità considerevole grazie a una serie di trovate interessanti come le mosse "cinematiche" che consistono in un attacco, una schivata o una contesa dall’alto tasso di spettacolarità e vengono accompagnate ai momenti in tempo reale in cui è il giocatore ad avere il totale controllo dell’azione.
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Ogni Eikon è incentrato su uno stile di gioco ben definito: Fenice, Eikon del Fuoco, permette di sfruttare la sua Traslazione per azzerare le distanze con i nemici e usare le abilità (da attivare premendo R2 e Quadrato/Triangolo) per infliggere danni ingenti e, in alcuni casi, recuperare una parte della salute; Garuda, Eikon del Vento, punta sul combattimento aereo e sulla ferocia, con la possibilità di "palleggiare" con un avversario e scatenare una vera e propria "tempesta" che danneggia chiunque sia al suo interno; Titano, Eikon della Terra, è utile per chi ama giocare costantemente in difesa e sfruttare contrattacchi decisi mentre Ramuh, Eikon del Fulmine, può rappresentare una scelta oculata per giocare dalla distanza.
Le combinazioni sono tantissime, specialmente considerando che all'appello mancano ancora tanti Eikon ottenibili nelle fasi più avanzate della storia e che ciascuno porta con sé la possibilità di "padroneggiare" un'abilità per usarla insieme alle abilità di altri Eikon: il risultato è più ampio di quel che si pensa, se si considera che alcuni accessori possono favorire determinati stili di gioco (accelerando il recupero di determinati talenti per usarli più spesso) diventa palese che un simile combat system sia studiato per offrire opzioni adatte a chiunque, garantendo un approccio immediato a coloro che non vogliono smanettare troppo ma offrendo grandi possibilità a chi desidera curare la sua "build" in modo minuzioso.
E quando, in momenti particolari della storia, si affrontano le feroci battaglie tra quei colossi da cui dipende il destino di Valisthea, ecco che il gioco di ruolo di Square-Enix cambia faccia, trasformandosi a più riprese e assumendo contorni differenti a seconda del contesto: ci sono momenti tipici dei vecchi shoot ‘em up, altri in cui sembra di trovarsi di fronte a un picchiaduro tra i giganteschi kaiju, altri ancora in cui lo studio sembra aver voluto omaggiare franchise storici dei videogame. Al di là di un singolo combattimento, che sembra aver forse calcato un po' la mano in termini di "durata", questi momenti sono usati con la giusta parsimonia e si confermano tra gli scontri più epici offerti da Final Fantasy XVI.
ALLA SCOPERTA DI VALISTHEA -
Nelle oltre cinquanta ore necessarie a raggiungere i titoli di coda (coloro che si dedicheranno solo alla storia potrebbero impiegare poco più di 35 ore per completarla, mentre sono necessarie circa il doppio per vedere tutto ciò che il gioco di ruolo ha da offrire) ci saranno tante occasioni di mettere alla prova il combat system, grazie a una serie di quest secondarie e attività aggiuntive che si sbloccheranno in modo graduale lungo il cammino. Se è vero che, in termini strutturali, le missioni secondarie non fanno poi molto per differenziare l’esperienza (limitandosi a spingere l’eroe ad andare da un punto all’altro in cerca di oggetti, nemici da stanare o enigmi da risolvere), è nel modo in cui la narrazione continua ad approfondire i personaggi di quei regni che Final Fantasy XVI riesce a rendere significativa anche la missione più "banale".
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Esplorare le aree "open field" del gioco di ruolo di Square-Enix è un piacere perché, rispetto ai consueti giochi open-world carichi di indicatori che infarciscono la mappa, di oggetti da raccogliere e attività da tenere a bada, Final Fantasy XVI non dimentica mai la sua natura e cerca di rendere ogni attività significativa in termini di worldbuilding, creando momenti di decompressione dopo fasi particolarmente significative (e potenti) della storia così che il giocatore possa assimilare a dovere i tasselli più importanti del cammino di Clive.
Andare a caccia di creature rare, aiutare gli abitanti di Valisthea in difficoltà oppure portare a termine dei compiti che potrebbero offrire ricompense utili per le fasi successive diventa un modo per continuare a scoprire la bellezza di un mondo che, nonostante la decadenza, le atrocità e i suoi contrasti, riesce a trasmettere la sensazione di trovarsi sempre al fianco di Clive, del suo fido amico a quattro zampe Torgal e degli altri membri del "party" che, di volta in volta, accompagnano il protagonista nel suo viaggio. Chi vuole ottenere il massimo da Final Fantasy XVI potrà contare su una serie di contenuti aggiuntivi come la modalità Arcade (che permette di cimentarsi in vari combattimenti con tanto di punteggio, classifiche globali e livelli di difficoltà extra) e l'immancabile New Game Plus.
Una modalità che "stravolge" ancora una volta l’esperienza di gioco aumentando il livello di esperienza accumulabile dal protagonista, fornendo nuove opportunità e sfide più ardue e modificando anche i nemici che incontreremo una volta ricominciata la storia, così da dare la sensazione di trovarsi di fronte a un’epopea tutta nuova nello stesso mondo fantasy già passato al setaccio una volta. Un’esperienza, se vogliamo, che può essere cucita attorno alle proprie esigenze grazie a due livelli di difficoltà inediti (la "modalità Final Fantasy", adatta ai fan storici della serie, e la più ardua "Ultimaniac") con cui mettersi alla prova mentre si affrontano imprese ancora più impegnative.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo giocato a Final Fantasy XVI su PlayStation 5 grazie a un codice fornito dal distributore italiano, vivendo l’avventura di Clive Rosfield nel mondo di Valisthea per oltre 50 ore al livello di difficoltà più alto (modalità Azione) accessibile nella prima partita. Il gioco è completamente localizzato in italiano ma nonostante i dialoghi siano di ottimo livello anche nella nostra lingua, il consiglio è di utilizzare il doppiaggio originale e attivare i sottotitoli per godere al meglio della recitazione originale e dell’uso sapiente da parte di Square-Enix di sfumature che danno davvero l’idea di trovarsi proiettati in epoca medievale.
Può piacere a chi…
… apprezza le storie fantasy particolarmente avvincenti
… vuole un combat system votato all’azione, ma non troppo tecnico
… ama la serie Final Fantasy per la sua direzione artistica e musicale
Potrebbe deludere chi…
… amava l’approccio a turni della saga e non vuole un gioco votato all’azione
… non apprezza le ambientazioni fantasy
… sperava in una struttura open-world ricca di attività secondarie e cose da fare
Final Fantasy XVI è un gioco consigliato a un pubblico maggiorenne.