Rapimento Kata, maxi-ispezione nell'ex hotel: ancora nessuna traccia | I pm: "Movente è vendetta per un tentato omicidio"
Si indaga su un ecuadoregno buttato giù dal terzo piano poche settimane fa e la faida tra due gruppi che gestivano il racket delle occupazioni. In un cassonetto ritrovato un cellulare
Il rapimento di Kata avvenuto nell'hotel Astor occupato a Firenze è legato a doppio filo a un caso di tentato omicidio avvenuto nello stesso posto. Ne sono convinti gli inquirenti: Mia Kataleya Chicllo Alvarez è stata portata via per vendetta. Due settimane prima della sparizione della bimba nello stesso albergo occupato l'ecuadoregno Medina Pelaez è stato spinto giù da una finestra del terzo piano. L'uomo, dopo un volo di otto metri, si è miracolosamente salvato. Per chi indaga c'è in corso una faida tra due gruppi di sudamericani che gestivano il racket delle occupazioni nel palazzo e di altri traffici loschi. E a farne le spese potrebbe essere stata Kata. In mattinata maxi-ispezione nell'ex hotel ormai vuoto: trovato un cellulare in un cassonetto all'esterno dell'edificio ma non sono emerse tracce della bambina.
La bimba nascosta in un'intercapedine? -
Nel frattempo la polizia ha sgomberato l'intero stabile. La procura ha posto sotto sequestro l'ex hotel Astor affinché non si compiano altri reati. Ma l'assenza totale di occupanti consentirà di effettuare un sopralluogo dei carabinieri molto più approfondito di quelli svolti finora. All'ispezione parteciperanno due tecnici inviati dal Gis. Si tratta di specialisti esperti nell'uso di apparati tecnici ad alta tecnologia, anche adatti a individuare intercapedini o cavità nelle mura. Non è mai stata del tutto accantonata l'ipotesi che la bimba possa essere rimasta all'interno.
Maxi ispezione in ex hotel: nessuna traccia della bambina -
Poco dopo le 9 di domenica è partita la nuova grande ispezione da parte dei carabinieri all'interno dell'ex hotel Astor di Firenze. Sono stati controllati anche i cassonetti all'esterno, e in uno di questi è stato rinvenuto un telefono cellulare. Non sarebbero però emerse tracce della bambina. In particolare, gli investigatori, anche con l'apporto dei tecnici del Gis, avrebbero controllato la parte superiore dell'immobile, che sabato è stato sgomberato dagli occupanti, dove sono stati smontati i controsoffitti.
Sono state impiegate sonde in fibra ottica e droni per ispezionare il piano superiore del palazzo e uno dei terrazzi al quale non si ha accesso con la scala, dove sarebbe state usate anche speciali torce per la ricerca di eventuali tracce. Le ispezioni hanno riguardato anche i tombini e il vano delle fondamenta del palazzo. Qui gli investigatori avrebbero usato anche una fresa per entrare nelle fondamenta dell'edificio. Rispetto a quando l'albergo era ancora in funzione, con l'occupazione la struttura avrebbe subito diverse modifiche e presenterebbe anfratti difficilmente raggiungibili. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco.
Kata e il tentato omicidio: stessa inchiesta -
Il fascicolo di indagine per il rapimento di Kata e quello del tentato omicidio di Medina Pelaez fanno parte di una stessa inchiesta. La condotta criminosa dei gruppi di sudamericani all'interno dell'ex hotel potrebbe essere sfociata in una guerra tra bande. "Le persone che attualmente dimorano abusivamente nell'hotel Astor - spiega il gip che ha firmato l'ordinanza di sgombero - vivono in condizioni di assoluto degrado economico, e alcuni fanno spesso uso di sostanze alcoliche, che portano anche a episodi criminosi, che hanno come luogo cardine tale struttura alberghiera, come testimoniato dagli accadimenti conseguenti al tentato omicidio di Santiago Manuel Medina Pelaez".
Numerose le famiglie che occupavano l'ex hotel Astor -
Nel giro di nove ore sono state fatte uscire 132 persone, tra cui 42 minori che come Kata vivevano in una struttura divenuta fatiscente e pericolosa. Sono peruviani e romeni. Molti i nuclei familiari, numerose le donne. I servizi sociali del Comune hanno "stressato" la disponibilità delle strutture di accoglienza per dare a tutti una sistemazione e l'assistenza per percorsi di inserimento sociale. Sono stati separati ed avviati a quattro centri di accoglienza gestiti da Caritas, cooperativa Il Girasole e uno di proprietà del Comune. Sono usciti a piccoli gruppi, con le poche cose che possiedono, abiti, effetti personali, cibo. Le operazioni di evacuazione si sono svolte in ordine anche se in alcuni momenti sono state udite in strada delle frasi ad alta voce e di tanto in tanto dei "no" urlati.
L'albergo era occupato dal settembre 2022 e, come ha riportato la procura di Firenze che ha recepito il decreto del gip Angelo Antonio Pezzuti, vi è "il pericolo che il protrarsi della condotta criminosa" dell'invasione "impedendo i necessari e urgenti lavori di ristrutturazione e messa a norma dell'edificio, agevoli o protragga le conseguenze del reato contestato o agevoli la commissione di altri reati". I vigili del fuoco hanno rimosso un deposito di bombole del gas su un terrazzino, hanno constatato impianti elettrici "volanti", la presenza di fornelli, tubature compromesse. Non mancano umidità e perdite di acqua. Ci sono topi. E' intervenuto pure il servizio veterinario per alcuni animali domestici. Qualcuno aveva trasformato le stanze in "casa". Insieme all'assessore Sara Funaro è tornata sul posto Kathrina, la madre di Kataleya. Era col fratello. Insieme hanno radunato le cose rimaste nei loro alloggi, gli stessi che, secondo i racconti, il racket degli affitti avrebbe conteso pure a loro. Poi sono tornati alla nuova sistemazione.