Maturità 2023, studenti confusi sulle "regole del gioco": uno su 7 sbaglia la data d’inizio
A forza di cambiare ogni anno il format, qualche maturando si è perso per strada. Uno su 3 non conosce la materia della seconda prova e molto altro
È possibile che un maturando non conosca esattamente quando inizia l’esame di Maturità e ne ignori, in tutto o in parte, i principi di funzionamento? A quanto pare sì. Può infatti sembrare paradossale, ma a una settimana dal via non tutti gli studenti sono consapevoli delle "regole del gioco". Soprattutto per quanto riguarda la struttura e le caratteristiche delle tre prove previste: un maturando su 2, ad esempio, non conosce la struttura della prima prova (con tre tipologie di tracce) e solo 2 su 3 sanno che il secondo scritto, quello "di indirizzo", sono consapevoli della materia su cui verterà la seconda prova. A segnalare questo scenario inquietante è un sondaggio del portale Skuola.net, che ha intercettato 650 maturandi.
Qualcuno non conosce neanche le informazioni essenziali
Ma i dubbi degli studenti iniziano sin dalle "basi" dell’esame. Anche le informazioni essenziali non sono alla portata di tutti. Infatti, c’è un preoccupante 14% che di fatto ancora non sa di preciso la data in cui inizierà la Maturità (
il 21 giugno, ndr). E se sull’elaborazione della prima prova i maturandi non nutrono particolari dubbi - 9 su 10 sono al corrente che le tracce verranno preparate dal MIM - riguardo alla struttura dello scritto di italiano c’è ancora molta confusione: come detto, solo la metà ne ha saputo riconoscere l’impianto (analisi del testo, testo argomentativo e tema di attualità). Al contrario, circa il 35% - quindi uno studente su tre - crede che tra le tipologie di prova ci sia ancora il tema storico (abolito invece dalla Maturità 2019).
Il secondo scritto potrebbe creare parecchi problemi
Passando al secondo step dell’esame di Stato la nebbia si infittisce e i dubbi aumentano. La prova “di indirizzo” è da sempre una spina nel fianco per molti studenti, motivo per cui forse risulta indigesto anche il suo funzionamento. Anche qui, quasi un maturando su 5 non sembra allineato sull’inizio dei lavori (fissato per il 22 giugno). Inoltre, appena 2 maturandi su 3 hanno percepito il "regalo" del ministro Valditara, ossia di incentrare la prova su una sola materia di indirizzo (e non più due come vorrebbe la normativa vigente). Di contro, il 26% è convinto di potersi trovare di fronte a due materie caratterizzanti, mentre secondo il 15% del campione le materie vengono decise dalla commissione in sede d’esame. Il che vuol dire che probabilmente non sono consapevoli nemmeno della materia che è stata scelta dal MIM per la seconda prova di Maturità.
I maturandi non sembrano aver colto neppure un’altra semplificazione, cioè che il professore della commissione titolare della materia di indirizzo sarà "interno", e che quindi sarà un docente della loro scuola a correggere lo scritto “di indirizzo”. Al contrario, per il 17% sarà un professore esterno a correggerlo, mentre per un altro 16% ciò dipenderebbe addirittura da una scelta del singolo istituto.
Fraintendimenti in serie anche sul colloquio orale
Non mancano perplessità anche per quanto concerne l’ultimo passaggio della Maturità 2023: il colloquio orale. L’interrogazione da parte della commissione è un momento topico per i maturandi. Molti studenti, però, dimostrano di non conoscerne né il funzionamento né il suo valore in termini di punteggio. Ad esempio, il 10% non sa che il colloquio inizierà a partire da un materiale - documento, testo, foto, ecc. - presentato dalla commissione, il 4% non si aspetta una valutazione sulle competenze di Educazione Civica, mentre il 6% ignora di essere tenuto a relazionare le esperienze svolte in PCTO.
I conti non tornano
Per quanto riguarda, infine, il punteggio anche qui qualcuno è rimasto alla precedente edizione dell’esame: solo il 76% ha dimostrato di conoscere il punteggio dell’ultimo tassello della Maturità 2023: 20 punti. Proprio sui punteggi delle varie prove la confusione regna sovrana. Nonostante il ritorno alla legge di riferimento, dopo un triennio di cambiamenti, i maturandi sembrano aver dimenticato cosa prevede la formula d’esame “originale”: circa 1 su 5 non sa che prima prova, seconda prova e colloquio orale avranno lo stesso valore (20 punti al massimo). E le cose vanno solo leggermente meglio quando parliamo della dotazione dei crediti scolastici: a sapere che il massimo ottenibile nel corso del triennio è 40 punti sono più di 2 studenti su 3. Quasi tutti (l’85%), per fortuna, hanno compreso che la Commissione d’esame sarà “mista”, composta da tre docenti interni e tre esterni (con un presidente anch’esso esterno).
“Non ci sono più le circolari ministeriali di una volta, quelle che arrivavano a ogni studente di ogni scuola del regno. Così può capitare che, a pochi giorni dall’esame di Maturità, ci siano studenti capaci di non azzeccare la data o l’ora esatta di inizio delle prove scritte, oppure che non sappiano esattamente quali materie siano state scelte per la seconda prova d’indirizzo o che ignorino come si compone il punteggio dell’esame. Questo è sempre accaduto, anche in tempi di stabilità normativa, come ha rilevato Skuola.net nelle sue consuete indagini pre-esame. Figuriamoci ora che la Maturità, anche a causa della pandemia, è cambiata praticamente ogni anno”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.
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