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Inflazione, a maggio in calo al 7,6%: carrello della spesa +11,2%

Coldiretti: ​"Gli italiani hanno speso oltre 3 miliardi in più per mangiare meno"

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A maggio l'inflazione riprende a scendere, tornando, dopo la risalita registrata ad aprile, al livello di marzo (+7,6%). Lo comunica l'Istat, sottolineando che il rallentamento appare ancora fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici. Nel settore alimentare, i prezzi dei prodotti lavorati mostrano un'attenuazione della loro crescita su base annua, che contribuisce alla decelerazione dell'inflazione di fondo (scesa a +6%). Prosegue, infine, la fase di rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi del carrello della spesa, che a maggio è pari a +11,2%.

La decelerazione del tasso di inflazione (dal +8,2% di aprile al 7,6% di maggio) si deve, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +26,6% a +20,3%) e, in misura minore, di quelli degli alimentari lavorati (da +14,0% a +13,2%), degli altri beni (da +5,3% a +5,0%), dei servizi relativi ai trasporti (da +6,0% a +5,6%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,9% a +6,7%).

Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,4% a +8,8%) e di quelli dei servizi relativi all'abitazione (da +3,2% a +3,5%). L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, registra un lieve rallentamento da +6,2% a +6%, così come quella al netto dei soli beni energetici, che passa da +6,3% a +6,2%.

Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +10,3% a +9,3%) e in misura minore quella relativa ai servizi (da +4,8% a +4,6%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -4,7 punti percentuali, da -5,5 di aprile. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano in termini tendenziali (da +11,6% a +11,2%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +7,9% a +7,1%).

L'aumento congiunturale dell'indice generale si deve principalmente ai prezzi degli alimentari non lavorati (+1,5%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1%), degli alimentari lavorati (+0,6%) e dei servizi relativi all'abitazione (+0,4%), a cui si oppone il calo dei prezzi degli energetici non regolamentati (-1,6%) e regolamentati (-0,2%). L'inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,6% per l'indice generale e a +4,7% per la componente di fondo. 

Coldiretti: "Tre miliardi di spesa in più per mangiare meno"  Gli italiani hanno speso oltre 3 miliardi in più per mangiare ma, a causa del caro prezzi, hanno dovuto tagliare le quantità acquistate nei primi cinque mesi del 2023. È quanto stima la Coldiretti sull'andamento dell'inflazione a maggio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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