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Silvio Berlusconi morto, Meloni: centrodestra non litigherà, glielo dobbiamo | "Mi chiamava per dirmi che facevo un buon lavoro"

Il presidente del consiglio intervistato dal direttore del Tg5 Clemente Mimun: "Lui era il nostro collante, quello con più esperienza"

A poche ore dalla morte di Silvio Berlusconi, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un'intervista al Tg5 realizzata dal direttore Clemente Mimun, ha voluto mettere a tacere le voci su possibili lotte all'interno del Centrodestra. "Lui era il collante, era quello con più esperienza, e penso che glielo dobbiamo", ha risposto Meloni alla domanda se senza Silvio Berlusconi il Centrodestra riuscirà a non litigare. 

"Io sono molto fiera del fatto che Berlusconi abbia visto un altro governo di centrodestra - ha detto ancora Giorgia Meloni -, che abbia contribuito a quel governo di centrodestra. Anche quella è stata una delle sue tante grandi eredità e chiaramente per noi oggi questa è una responsabilità in più e non è facile, perché bene o male lui oltre a essere il collante era anche quello che tra noi aveva più esperienza".

Meloni e l'ultima telefonata: Berlusconi fiero del mio lavoro  "Averlo, potersi confrontare con lui era un elemento che ti tranquillizzava in tante cose. Lui c'era passato prima e aveva fatto bene. Sono molto fiera anche del fatto che ultimamente, soprattutto, spesso mi chiamava e mi diceva 'stai lavorando bene'. E non era facile insomma per un uomo con quella esperienza. E anche l'ultima telefonata che abbiamo avuto m'ha detto: 'Guarda te lo voglio dire sono molto fiero del lavoro che stai facendo, di come lo stai facendo'", ha detto Giorgia Meloni.

"Gli attacchi non lo scomponevano"  "Gli attacchi non lo hanno mai scomposto. A chi, persino oggi, sta riversando odio nei suoi confronti avrebbe risposto come al solito col sorriso e con una battuta. Lo ricorderemo così", aveva scritto poco prima sui social il premier Meloni, pubblicando un video di Silvio Berlusconi in un comizio in cui il leader di FI reagiva a delle contestazioni affermando: "Amiamo anche la contestazione. Non avete dignità, non sapete cos'è la nobiltà d'animo, la democrazia. Siete ancora, oggi e come sempre, dei poveri comunisti".

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