FOTO24 VIDEO24 2

Silvio Berlusconi riporta l'Italia tra i protagonisti del mondo

Forza Italia nel suo manifesto considera le questioni internazionali come un tema decisivo

Estratto da "Una storia italiana" pubblicato nel 2001 da Forza Italia

Qual è il ruolo dell'Italia nel mondo? Una domanda importante cui, come segnala Sergio Romano, ben pochi rispondono: "Di politica estera poco si parla perché tutti sono convinti che non serva sul piano elettorale". Un'affermazione su cui si può tranquillamente concordare se si esaminano i programmi dei vari partiti (...). Unica eccezione: Forza Italia che nel suo manifesto considera le questioni internazionali come un tema decisivo.

Fotogallery - Silvio Berlusconi e la politica estera

1 di 71
2 di 71
3 di 71
4 di 71
5 di 71
6 di 71
7 di 71
8 di 71
9 di 71
10 di 71
11 di 71
12 di 71
13 di 71
14 di 71
15 di 71
16 di 71
17 di 71
18 di 71
19 di 71
20 di 71
21 di 71
22 di 71
23 di 71
24 di 71
25 di 71
26 di 71
27 di 71
28 di 71
29 di 71
30 di 71
31 di 71
32 di 71
33 di 71
34 di 71
35 di 71
36 di 71
37 di 71
38 di 71
39 di 71
40 di 71
41 di 71
42 di 71
43 di 71
44 di 71
45 di 71
46 di 71
47 di 71
48 di 71
49 di 71
50 di 71
51 di 71
52 di 71
53 di 71
54 di 71
55 di 71
56 di 71
57 di 71
58 di 71
59 di 71
60 di 71
61 di 71
62 di 71
63 di 71
64 di 71
65 di 71
66 di 71
67 di 71
68 di 71
69 di 71
70 di 71
71 di 71

"Vogliamo un'Italia degna del suo ruolo in Europa e nel mondo, rispettata e ammirata per il suo presente e non più soltanto per il suo grande passato. Un'Italia che torni ad essere protagonista della storia d'Europa, a giocare un ruolo attivo nel processo di unificazione europea. Un'Italia che non basi più la sua politica estera sull'improvvisazione, ma sulla corretta definizione dei suoi interessi nazionali e su una conseguente azione volta a tutelarli nei diversi scacchieri internazionali attraverso una politica estera attiva e una azione diplomatica qualificata".

Parole chiare cui Silvio Berlusconi, una volta al governo, diede immediatamente seguito, determinando così un forte aspetto di discontinuità rispetto alle precedenti esperienze governative. Spiazzando i soloni della sinistra europea, il nuovo Presidente del Consiglio affrontò in modo propositivo e, soprattutto, efficace una lunga serie d'incontri e di vertici internazionali. Da subito Bill Clinton, Helmut Kohl, François Mitterrand, Boris Eltsin compresero che i loro interlocutori italiani erano diversi da quelli precedenti: per la prima volta si ritrovarono a trattare con un uomo di Stato determinato, puntiglioso e lungimirante.

A giugno Berlusconi partecipò al Consiglio Europeo di Corfù in cui pose con forza l'esigenza di un nuovo approccio con la Russia post-comunista, che andava aiutata a percorrere il suo cammino verso la democrazia.

A luglio il Presidente ospitò a Napoli il G-7, il massimo vertice dei Paesi industrializzati. Fu un incontro difficile per la complessità delle questioni in discussione e anche per la partecipazione della Russia, fortemente voluta dall'Italia. Berlusconi riuscì a mediare tra le differenti posizioni e fu il principale artefice della dichiarazione economica di Napoli che obbligava i singoli governi a privilegiare "l'investimento nel capitale umano". Un salto notevole rispetto alle politiche precedenti. Forte del successo napoletano, il Presidente non ebbe difficoltà a far accettare alla riunione di novembre del vertice della Conferenza per la Sicurezza e Cooperazione Europea di Budapest la linea italiana volta a prevenire attraverso le vie negoziali i conflitti regionali sul continente e ad istituire una task force internazionale che potesse adeguatamente affrontare le emergenze umanitarie. 

Espandi