Claudio Lippi nella bufera. Il presentatore, che ieri ha incontrato i giornalisti alla buvette di Montecitorio, ha commentato senza peli sulla lingua gli ultimi cambiamenti della Rai: "Meno gay e gaie in tv", ha detto e "Serve il linguaggio popolare di Giorgia... Basta con la kultura con la k". Frasi forti e "lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti", come le ha definite viale Mazzini che pertanto, ha subito replicato facendo sapere che "esclude qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore".
Ci vuole il sorriso -
"Cinque anni fa sia Salvini che Giorgia Meloni mi chiesero una mano: volevano avere un parere, uno sguardo esterno sulla Rai, da chi la tv la conosce", ha raccontato Lippi passeggiando lungo i corridoi della Camera. "Ci vuole il sorriso. La Rai deve entrare nelle case degli italiani dicendo 'buonasera'. Con leggerezza e intelligenza, non con la propaganda". Claudio Lippi ha parlato a ruota libera commentando anche l'intervista alla ministra Roccella: "Cattiva, aggressiva. Non è Rai quella".
Giorgia Meloni -
E poi ancora elogiando il Presidente del Consiglio: "Giorgia la conosco. È così generosa: ha rinunciato prima alla sua gioventù e ora alla famiglia per fare quello in cui crede. Anche il compagno è una brava persona. Serve un linguaggio popolare. Giorgia è una 'popolana di Garbatella'. Ha vinto le elezioni parlando agli italiani e alle italiane. Serve quel linguaggio li'".
Al lavoro su due programmi -
Alla presentazione dei palinsesti Rai manca poco meno di un mese, e Lippi aveva detto di essere al lavoro su due programmi: "Sto lavorando a due programmi. Uno, in prima serata su Rai1, lo vorrei chiamare ‘Condominio Italia’. Parliamo di cause condominiali: quanto tempo, denaro e bile costano. Forse è meglio risolverle con un aperitivo fra condomini, no?. Adesso però i suoi piani, pare, subiranno una battuta d'arresto.
Gay e gaie -
Lippi giura che "è il momento di portare il talento in Rai. Finora non è andata cosi'. Casalino, per esempio, si crede un grande ufficio stampa? Stefano Coletta, il direttore che per fortuna non c'è più, ha fatto lavorare gay e gaie solo per il motivo di esserlo. Tanti e tante che non avevano alcuna competenza, la Rai usata per fare coming out. Allora anche noi etero dovremmo fare coming out, no?".