e spunta anche un carrello

Omicidio Giulia Tramontano, un video incastra Impagnatiello: eccolo pulire le tracce di sangue

Telelombardia ha ripreso il barman il 30 maggio tentare di cancellare prove del delitto dalla rampa di scale che conduce al box della palazzina di Senago (Milano). E spunta anche un carrello

Per ora sembra che Alessandro Impagnatiello, che ha ucciso la compagna Giulia Tramontano incinta al settimo mese, abbia "fatto tutto da solo". Lo dimostrerebbe un video, che verrà acquisito dai pm, girato da un cronista di Telelombardia, che mostra il barman, il pomeriggio di martedì 30 maggio, tre giorni dopo il delitto, ripulire dal sangue la rampa di scale che conduce al box della palazzina. Le indagini vanno avanti anche con l'analisi delle immagini delle telecamere, con l'audizione di testimoni - dovrebbe essere sentita anche la ragazza italo-inglese con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela - la ricerca del cellulare di Giulia e altre attività. E tra i nuovi reperti sequestrati c'è anche un carrello.

Saranno gli esiti dell'autopsia, in programma per venerdì mattina, a fornire ulteriori dettagli per ricostruire l'omicidio di Giulia Tramontano, uccisa al settimo mese di gravidanza dal suo fidanzato, Alessandro Impagnatiello, nella loro casa di Senago, nel Milanese, la sera di sabato 27 maggio.

Proprio l'esame autoptico sul corpo della giovane che l'uomo ha tentato di bruciare per ben due volte prima di sbarazzarsene, servirà per accertare se, come ipotizza la Procura, sia stata aggredita alle spalle e assassinata con più coltellate, tra cui quella mortale all'altezza della gola e se sia stata colpita al ventre e se lui abbia infierito sul corpo senza vita della sua compagna; di che natura sono i tagli che, come ha affermato il barman davanti al gip, si sarebbe provocata involontariamente o se invece abbia cercato di reagire e di difendere se stessa e il bimbo in grembo che già aveva un nome: Thiago.

Anche del piccolo sarà necessario stabilire l'ora della morte. Inoltre una serie di approfondimenti permetteranno di capire se ci sia stato un tentativo di avvelenamento con il topicida ritrovato - due bustine - nello zaino di Impagnatiello, il quale nei giorni precedenti, risulta agli atti, ha fatto ricerche su internet sugli effetti del veleno per topi sugli esseri umani. Un elemento, questo, che per la Procura confermerebbe la premeditazione sebbene lui si sia giustificato dicendo che ne aveva visti alcuni sul posto di lavoro.

I medici nominati dai magistrati cercheranno anche di stabilire il giorno esatto in cui il 30enne, ora in cella, si è sbarazzato del cadavere usando forse, per trasportarlo un carrellino, ritrovato, sequestrato e su cui sono state trovate tracce di sangue. Carrellino che avrebbe comprato il 30 maggio.

Inquirenti e investigatori, al momento, non hanno alcuna prova per ritenere che Impagnatiello sia stato aiutato da qualcuno, men che meno dalla madre, a far sparire il cadavere e a pulire la scena del crimine.

Per ora sembra abbia "fatto tutto da solo" come dimostra un video, che verrà acquisito dai pm, girato da un cronista di Telelombardia, che mostra il barman, il pomeriggio di martedì 30 maggio, tre giorni dopo il delitto, ripulire dal sangue la rampa di scale che conduce al box della palazzina. Intanto le indagini, vanno avanti con l'analisi delle immagini delle telecamere, con l'audizione di testimoni - dovrebbe essere sentita anche la ragazza italo-inglese con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela - la ricerca del cellulare di Giulia e altre attività.

In più, il 15 giugno, si terranno gli accertamenti irripetibili su tre computer e un tablet sequestrati nell'appartamento della coppia e da cui potranno emergere altri particolari di un'indagine che, comunque, al quarto piano del Palazzo di Giustizia considerano in linea di massima definita, nonostante manchino le verifiche su alcuni aspetti a sostegno delle aggravanti della premeditazione e della crudeltà escluse dal gip nel provvedimento con cui è stato convalidato il fermo dell'uomo e disposto il carcere.

Attorno al caso di Giulia Tramontana, che è stata ricordata con una fiaccolata a Sant'Antimo, il paese del Napoletano dove era cresciuta, stanno sorgendo anche polemiche per la "spettacolarizzazione delle indagini" sui media che dedicano quotidianamente alla vicenda le prime pagine e trasmissioni televisive in prima serata. A puntare il dito è stata la Camera penale di Milano con un documento in cui contesta pure "le modalità e i contenuti della conferenza stampa" dei giorni scorsi in Procura sul fermo di Impagnatiello "antitetici rispetto allo spirito" della legge Cartabia sulla presunzione di innocenza, "e, più in generale, in contrasto con la necessità di evitare condizionamenti dei giudici chiamati a valutare la correttezza, sotto tutti i profili, della ricostruzione accusatoria".

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