Dal 1998 sono ben undici i bambini morti a causa della cosiddetta forgotten baby syndrome (Fsb), il fenomeno per cui i bambini vengono dimenticati in auto dai propri familiari. L'ultimo tragico caso è quello di Roma, dove una bambina di un anno, è stata lasciata in auto dal padre carabiniere che avrebbe dovuto accompagnarla all'asilo.
Per quanto riguarda questa sindrome va detto che non sono ancora del tutto chiari i motivi per cui si venga a creare questo "vuoto di memoria", anche se negli ultimi anni sono stati compiuti alcuni studi in merito. In molti casi i genitori o gli accompagnatori sono convinti di aver già portato il piccolo a destinazione. Secondo uno studio dei ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze Umane, Sapienza Università di Roma, pubblicato nella primavera del 2020, il monitoraggio del fenomeno negli Stati Uniti ha mostrato, su un totale di 171 casi, che il 73% riguardava bambini che erano stati lasciati in macchina da persone adulte. “La metà degli adulti era inconsapevole, o se ne era dimenticato. Nella maggior parte dei casi tali episodi coinvolgono soggetti adulti che hanno funzionalità psichiche e cognitive perfettamente integre“, scrivono i ricercatori. Si tratta quindi dell’esito di un deficit (per lo più transitorio), della performance di memoria, in particolare della memoria di lavoro.
Il cortocircuito della memoria -
Secondo David Diamond, professore di psicologia che studia il fenomeno dal 2004, gli abbandoni sono una conseguenza di una tensione nel sistema di habit memory, che può essere descritto come il nostro “sistema di abitudini cerebrali”, che ci permette di fare le cose senza pensarci, come una sorta di “pilota automatico”. Secondo gli studi di Diamond, il cortocircuito nasce quando c'è una competizione tra il "sistema di memoria delle abitudini" del cervello e il suo "sistema di memoria prospettica", che è «la capacità di ricordare di compiere un'azione precedentemente programmata, in un preciso momento temporale o a seguito di uno specifico evento mentre si è impegnati nello svolgimento di un'altra attività». Quando il “sistema di memoria delle abitudini” prende il sopravvento, può verificarsi la sindrome del bambino dimenticato: si esce di casa e una volta saliti in macchina si segue il pilota automatico, percorrendo il solito tragitto tra casa e lavoro e “dimenticando” di portare a termine il compito che esula dall’ordinario.
La legge del 2019 -
Quello di Cecchignola è anche il primo dopo l'entrata in vigore della legge che prevede l'obbligatorietà dei sistemi antiabbandono per i bambini fino a quattro anni di età. La legge, in vigore dal 7 novembre 2019, prevede la presenza nei veicoli di seggiolini con dispositivi di allarme. Questi sistemi possono essere integrati all’origine nel seggiolino, come dotazione di base o come accessorio del veicolo, oppure con un sistema indipendente dal seggiolino e dal veicolo. I dispositivi devono attivarsi automaticamente ed essere dotati di un allarme in grado di avvisare il conducente della presenza del bambino nel veicolo attraverso appositi segnali visivi e acustici o visivi, percepibili all’interno o all’esterno del veicolo.