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Michele Merlo, la famiglia lascia il proprio comune d'origine: "Ci accusano perché è indagato il medico di base"

I genitori del cantante morto nel 2021 se ne sono andati da Rosà (Vicenza): "Non pensavamo di arrivare a sentire ostile il paese in cui abbiamo sempre vissuto. Abbiamo preferito andarcene. Non è più casa nostra"

IPA

La famiglia di Michele Merlo, il cantante vicentino morto nel giugno del 2021 per un'ischemia cerebrale causata da una leucemia fulminante su cui è in corso un'indagine per omicidio colposo legato a quella che sarebbe stata una mancata diagnosi preventiva, ha lasciato il proprio comune d'origine, Rosà (Vicenza), e si è trasferita a Bassano del Grappa. "Non pensavamo di arrivare a sentire ostile il paese in cui abbiamo sempre vissuto. Abbiamo preferito andarcene. Rosà non è più casa nostra. Ci hanno tacciato di essere cattive persone perché avremmo tentato di attribuire colpe al medico del paese, ma ci sono le relazioni di quattro medici legali a testimoniare che nei confronti di nostro figlio c’è stata una negligenza, un errore", ha detto il padre di Michele, Domenico Merlo, al Corriere del Veneto. Il medico di base in questione è Vitaliano Pantaleo ed è l'unico indagato per la morte del cantante.

"Non vogliamo la testa di nessuno e tanto meno cerchiamo vendetta. Non abbiamo nessuna intenzione di accanirci contro un medico, un professionista stimato da tutti e che peraltro è ancora il mio medico. Tutti, però, sappiamo che due anni fa bastava prescrivere un emocromo per individuare subito la patologia che ha ucciso Michele", ha aggiunto il padre del cantante.

Domenico Merlo si è poi detto deluso in particolar modo dal sindaco di Rosà, Elena Mezzalira. "Ci ha detto persino di vergognarci, perché forse pensa che il nostro sia un accanimento contro il medico del paese. Ma non è affatto così". La famiglia Merlo è andata a vivere nella stessa palazzina in cui abitava Michele. "Cambiare città ci farà stare un po' meglio, ne siamo certi, e poi sarà quasi come stare di nuovo vicino a Michele", ha concluso Domenico.

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