John Malkovich è il protagonista di "Mindcage - Mente criminale", il nuovo film del regista Mauro Borrelli. Un thriller a tinte horror e soprannaturali, in cui i detective Jake (Martin Lawrence) e Mary (Melissa Roxburgh) cercano l'aiuto di un serial killer incarcerato chiamato "L'Artista" (John Malkovich) per trovare un assassino imitatore. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.
Un John Malkovich tanto geniale quanto maligno è dunque il protagonista di questa avvincente storia che mescola diversi genere e promette brividi di tensione. "Il film è un thriller soprannaturale/horror che esplora il sovrumano utilizzando l'iconografia religiosa - spiega il regista Mauro Borrelli -. Un'investigatrice di polizia che ha perso la fede si rifiuta di considerare l'esistenza di qualcosa al di fuori del mondo fisico mentre è sulle tracce di un misterioso serial killer. Ma mentre la sua caccia procede, le circostanze le impongono di riesaminare la sua ideologia".
Il regista ha dovuto fare i conti anche con un cambio in corsa. "La storia doveva svolgersi originariamente in un contesto metropolitano, ma è stata spostata in uno scenario rurale a causa di problemi logistici e tecnici - dice -. Con questo cambiamento, ho dovuto rivedere e creare un'ambientazione gotica con dei risultati visivamente magnifici. Come thriller soprannaturale/horror, 'Mindcage' utilizza elementi mitologici suggestivi che richiamano film come 'Il sesto senso', 'Seven' e 'Constantine'. Pur essendo ambientato ai giorni nostri, ho voluto inserire degli oggetti di scena d’epoca che, a mio avviso, aiutano a costruire la suspence".
Tra horror e bellezza classica -
Per le scene più horror, ho cercato di evitare la tipica costruzione del genere che, a tratti, suscita nausea. Ho preferito giocare in un mix di horror e bellezza per l’edificazione di un’esperienza mistica, capace di suscitare inquietudine. Ho sempre desiderato lavorare a una storia poliziesca. Con lo sceneggiatore Reggie Keyohara III siamo stati subito attratti dall’idea di esplorare la sfera mistica con personaggi estremamente razionali. Come regista, poi, per me era importante riuscire a combinare un’estetica noir con quella tipica dell'arte classica. D’altronde, ero un pittore che lavorava al Museo Italiano, riproducevo opere classiche di Tiziano, Caravaggio e Raffaello. È da quel mondo che provengo". Ho deciso di usare principalmente il rosso e l’oro come tonalità cromatiche. Mi sono ispirato ai dipinti religiosi dell'arte italiana del XV e XVI secolo e, alcune di queste immagini, rientrano in molte inquadrature del film. Ho lavorato in modo molto accurato e dettagliato sugli storyboard e con il direttore della fotografia ho usato luci e composizioni molto simili.