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Gli asset manager di domani, consulenti per l’innovazione in un mondo che cambia

Quali sono i megatrend tecnologici che influenzano la società, e quali saranno le prospettive di investimento? Per Franklin Templeton, se il mercato cambia anche gli investitori e i gestori devono cambiare approccio. Ecco come

Da un lato le tensioni geopolitiche, l’inflazione, il rialzo dei tassi, l’incertezza dei mercati; dall’altro le opportunità offerte dalle energie rinnovabili, dalla mobilità elettrica, dalle infrastrutture e dagli obiettivi di carbon neutrality con sempre maggiore attenzione  agli aspetti ESG e alla responsabilità sociale delle aziende: il mondo del risparmio e degli investimenti sta cambiando. E lo sta facendo velocemente. Ma dove sta andando? Quali sono i megatrend che stanno influenzando (e trasformando) la nostra società? E quale sarà il ruolo degli asset manager nelle nuove frontiere d’investimento?

Una risposta arriva da Michele Quinto, Country Head di Franklin Templeton – colosso globale da 1.400 miliardi di asset in gestione ­– secondo il quale l’asset manager del futuro “ deve andare oltre la fabbrica prodotti: è quello che noi chiamiamo value beyond investing”. E lo deve fare, ad esempio, “ creando valore attraverso una serie di servizi dedicati ai distributori”, per “ andare oltre la gestione degli asset finanziari diventando veri e propri consulenti per l’innovazione” arrivando “alla costruzione di una partnership strategica con i nostri clienti”. Franklin Templeton lo fa, tra le altre iniziative, con il Franklin Templeton Institute, un think tank che sviluppa ricerche, analisi e idee su tematiche strategiche per il business dei clienti, ma anche attraverso i corsi e i workshop della Franklin Templeton Academy, che offre ai professionisti finanziari una formazione mirata per affrontare le sfide di una società che cambia, e che ogni anno forma 30mila studenti in 30 Paesi del mondo.

L’innovazione gioca da sempre un ruolo importante nell’industria del risparmio gestito ma ora, secondo Quinto, “ stiamo andando verso un cambio di paradigma” grazie a innovazioni tecnologiche come la digitalizzazione e la blockchain “che cambieranno radicalmente il modo di lavorare con i clienti e con i gestori, ma anche quello di gestire il denaro. E un altro aspetto molto importante è la tokenizzazione, che secondo il Country Head di Franklin Templeton “ consentirà di aprire nuove frontiere e nuove asset class”. In un futuro non lontano, spiega, è probabile che si tenderà sempre più “ a combinare asset finanziari con altri che potremmo definire come emozionali, portando la nostra vita all’interno dei nostri portafogli". Quindi, sottolinea, cambierà il modo di cercare valore negli investimenti, ma anche di creare quel valore dal punto di vista distributivo, “ e in questo senso la blockchain avrà un impatto molto forte soprattutto da un punto di vista di una potenziale disintermediazione

Proprio sul settore degli asset digitali sta lavorando Franklin Templeton che, essendo nata nel cuore della Silicon Valley, è da sempre fortemente concentrata sul tema dell’innovazione tecnologica. E per questo ha già avviato alcune sperimentazioni in tema di tokenizzazione sui fondi d’investimento, sviluppando un fondo di money market acquistabile tramite token (disponibile solo agli investitori degli Stati Uniti). Secondo Michele Quinto è però verosimile che attraverso questo processo “ tra non molto sia possibile avere portafogli digitali che investono in musica, real estate, diritti di proprietà su opere d’arte”. E in Italia “ stiamo lavorando su una polizza garantita che sfrutta l’intelligenza artificiale per costruire i portafogli sottostanti”. Con l’obiettivo di aprire al mercato una fetta sempre più consistente di opportunità.

Assieme agli asset digitali, secondo Quinto, all’interno dei portafogli dei clienti anche “t utto ciò che è illiquido, cioè i private markets, oggi è una necessità”. E questo tipo di investimenti è strategico perché, spiega, “ oggi quest’area si è ampliata tantissimo: le aziende non quotate sono 20 volte di più rispetto a 15 anni fa, mentre le aziende quotate sono 10 volte meno”. Inoltre è variato anche il momento della quotazione delle aziende, che si è spostato molto a valle passando mediamente dai 3 anni dal momento della fondazione ai 12 anni di oggi. “ E quindi – chiarisce il Country Head di Franklin Templeton – oggi le aziende acquisiscono valore soprattutto quando sono ancora illiquide, ed è questa la componente che manca nel portafoglio dei clienti e su cui ci dobbiamo concentrare”. Se infatti il trend di investimento nei private markets è già ben avviato nel mercato istituzionale (soprattutto negli Stati Uniti, dove oggi un quinto dei portafogli è investito in private markets), la sfida è quella di democratizzarlo portandolo nel settore retail anche grazie alla tecnologia.

Frankin Templeton rimane ovviamente focalizzata sui veicoli di investimento tradizionali, destinati agli investitori europei. I temi in focus in questo momento? Il settore delle infrastrutture (che, chiarisce il Country Head italiano della società, “ si prestano bene a interpretare l’attuale fase di mercato anche per la protezione che offrono di fronte all’aumento dell’inflazione”) e del reddito fisso.

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