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Caso Bibbiano, presunti affidi illeciti: Foti assolto in Appello

"Hanno vinto la verità e la giustizia, dopo quattro anni di gogna. Ho pianto, si è incrinato il teorema accusatorio": è il commento dello psicoterapeuta condannato in primo grado

Nell'inchiesta "Angeli e Demoni" sui presunti affidi illeciti di Bibbiano, in secondo grado viene assolto lo psicoterapeuta Claudio Foti. Ribaltando la sentenza precedente (Foti era stato condannato a 4 anni), la Corte di Appello di Bologna ha emesso la sua sentenza di assoluzione da tutte le accuse: per non aver commesso il fatto in merito all'abuso di ufficio, e perché il fatto non sussiste in merito al reato di lesioni dolose gravi. Confermata anche l'assoluzione dall'accusa di frode processuale

Il caso Bibbiano: l'inchiesta "Angeli e demoni"

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Il commento di Claudio Foti  "Hanno vinto la verità e la giustizia, dopo quattro anni di gogna. Ho pianto, si è incrinato il teorema accusatorio". E' il commento di Claudio Foti, alla lettura della sentenza di assoluzione dal caso di Bibbiano. "Sono felice, emozionato, rinato. Questa assoluzione mi restituisce alla dignità e all'onore che merito, non ho mai fatto del male ai miei pazienti, li ho sempre aiutati, mettendo a disposizione tutto il mio tempo e il mio sapere. Oggi finiscono quattro anni di dolore e di ingiustizia. Potrò tornare al mio lavoro e alla mia vita", ha aggiunto.

"Riscattato come uomo e come psicoterapeuta"  Foti, fondatore della onlus piemontese "Hansel & Gretel", è stato processato in abbreviato ed era considerato una figura chiave dell'inchiesta della Procura di Reggio Emilia. "Foti è stato riscattato di quattro anni di umiliazione e persecuzioni come uomo e come psicoterapeuta", ha commentato l'avvocato Luca Bauccio.

In corso il processo per altri 17 imputati  La sentenza è arrivata mentre è in corso il processo a Reggio Emilia per altri 17 imputati, quelli che diversamente dal fondatore della Onlus piemontese "Hansel & Gretel" hanno scelto il rito ordinario e non l'abbreviato. Ma può essere significativa perché l'abuso di ufficio contestato a Foti è stato commesso, in ipotesi di accusa, in concorso con il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, in relazione all'affidamento senza gara, alla sua associazione, del servizio di psicoterapia nell'Unione Val d'Enza.

La discussa "macchina dei ricordi"  Le lesioni invece riguardavano i danni psicologici subiti, sempre per l'accusa, da una giovanissima paziente: ansia, depressione e altri disturbi, provocati dalle sedute a cui aveva partecipato. Foti in particolare era accusato di aver ingenerato in lei il convincimento di aver subito abusi sessuali dal padre e di averla sottoposta alla tecnica della Emdr, la discussa "macchina dei ricordi", "in totale violazione dei protocolli di riferimento".

L'inchiesta incendiò la campagna elettorale  Fu proprio questo uno degli episodi di cui si parlò di più, quando deflagrò l'inchiesta nell'estate del 2019, con le misure cautelari eseguite dai carabinieri, abbattendosi sull'Emilia e diventando una delle indagini più citate negli ultimi anni dalla politica. Che si divise e la strumentalizzò: "Angeli e Demoni" incendiò la campagna elettorale per le Regionali in Emilia-Romagna a inizio 2020, quando Bibbiano, il paese del sindaco Carletti, esponente del Pd, divenne luogo di contesa e di comizi, finì su magliette indossate in parlamento, suscitò polemiche continue.

Il legale di Foti: "Muore la leggenda di Bibbiano"  Al centro un presunto business illecito, legato al mondo degli affidi, ma su cui ancora i giudici devono in gran parte esprimersi. "Questa vicenda - ha detto l'avvocato Bauccio - è stata utilizzata per una campagna strumentale, da parte di politici profondamente in malafede. Con oggi muore la leggenda di Bibbiano e rinasce la verità di una comunità di professionisti che hanno voluto perseguire solo la protezione del minore".

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