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Meta frena sullo smart working: da settembre almeno tre giorni in ufficio 

L'azienda punta ora al lavoro ibrido. La decisione è parte di una strategia più ampia che punta al "lavoro ibrido" 

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Dopo gli anni di pandemia e di preferenza per lo smart working, Meta riorganizza i turni di lavoro dei dipendenti: dal 5 settembre dovranno lavorare più in ufficio che da remoto. Come spiega un portavoce dell'azienda, la volontà è quella di richiedere ai lavoratori di tornare in presenza per almeno tre giorni alla settimana. Lavoreranno sempre da casa solo i collaboratori che già prima svolgevano i loro compiti in questa modalità. La mossa fa parte di una più ampia strategia del colosso tech verso il "lavoro ibrido".  

Politica lavoro di Meta  Il portavoceha anche affermato che Meta è "impegnata nel lavoro distribuito" e che le persone possono avere un "impatto significativo" sia in ufficio che lavorando da casa. La decisione di ridurre lo smartworking è parte di una più ampia strategia di Meta che ha come obbiettivo il " lavoro ibrido", un modo anche per ridurre le spese dovute agli spostamenti, soprattutto negli Stati Uniti, dove l'azienda ha il grosso dei suoi uffici. Meta ha dato il via a una politica formale di lavoro a distanza nel maggio del 2020, quando era diventato chiaro che la pandemia  potesse durare a lungo. Inizialmente prevista per la primavera del 2021, la riapertura degli uffici è avvenuta, solo parzialmente, a inizio 2022, quando sono cominciati i primi rientri.

Politiche lavoro in altri colossi tech  Apple e altri colossi tech hanno abbracciato orari di lavoro flessibili negli ultimi anni, nonostante l'opposizione dei dipendenti, convinti di voler restare in smart working. Alcuni colossi del digitale, come Spotify, hanno preferito politiche cosiddette "remote-first", che privilegiano il lavoro da casa o da qualunque posto non sia il classico ufficio.

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