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"Boemia, il popolo scomparso": una pagina sfuggita ai libri di storia

Il romanzo di Dario Colombo porta alla luce il destino di 100mila persone di lingua italiana dell'allora Impero Austroungarico che alla vigilia della Prima guerra mondiale furono "esodate" nelle province dell'attuale Repubblica Ceca 

Ufficio stampa

Hanno dovuto lasciare aperte le porte delle loro case, liberare il bestiame portando con sé soltanto una posata, una coperta, un po' di cibo e un'unica colpa: essere sudditi dell'impero Austroungarico ma di lingua italiana. È il destino di oltre centomila persone, soprattutto donne, bambini e anziani, delle zone lungo il confine (trentini, veneti e friulani) che, alla vigilia dell'entrata dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale, vennero caricate a forza su carri bestiame e condotte nelle regioni interne dell’Impero: Austria, Moravia e soprattutto Boemia (l’attuale Repubblica Ceca) dopo un viaggio durato sei giorni tra angoscia, tormento, fame e sete. E "Boemia" è il titolo del romanzo scritto dal giornalista Dario Colombo, che restituisce dignità a quel popolo scomparso, portando alla luce una vicenda vera "sfuggita ai libri di storia, perché la storia la scrivono i vincitori".

Un romanzo nato in famiglia, di parte trentina, che questa vicenda l'ha vissuta sulla propria pelle. "Perché nonna Carmela, cui è dedicato il libro, su quel treno è salita davvero".

Il romanzo, attingendo a un imponente archivio di lettere, diari e documenti ufficiali, ripercorre il vissuto di questo popolo 'esodato' attraverso le avventure di un gruppo di donne guidate dalle figure di una maestra e di un parroco, Cecilia e Don Vigilio nel racconto. Cui sono bastate poche settimane per superare l'impatto traumatico con le popolazioni locali e integrarsi talmente bene con la nuova realtà da creare legami durati anni o addirittura tuttora esistenti.

Donne che, mentre gli uomini combattevano al fronte, spinte dagli eventi e dalle necessità si sono emancipate arrivando a coprire più ruoli per rispondere alle esigenze della comunità.

"Alla fine della Prima guerra mondiale – sottolinea Colombo - i boemi e i moravi non volevano più lasciar partire questa gente, che dal canto suo, non aveva più intenzione di tornare a casa. 'Boemia' è anche la celebrazione di forti legami tra popoli diversi, che anticipano quella che sarebbe diventata, cinquant’anni più tardi, la futura Europa”. Anzi, "è un bell’esempio di come dovrebbe essere l'Europa".

Boemia. Il popolo scomparso
Dario Colombo
Minerva Edizioni
PP. 360
€ 20

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