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Alluvione Emilia-Romagna, il sindaco di Ravenna: "Le nutrie devono sparire dall'Italia"

"Dritto e Rovescio" sull'emergenza roditori che renderebbero sempre più fragili gli argini dei fiumi 

Dopo l'alluvione in Emilia-Romagna si parla anche di emergenza nutrie, i roditori che popolano gli argini dei fiumi e che avrebbero avuto, anche loro, un ruolo nella tragedia che ha provocato la morte di 15 persone. Vasche e dighe in cemento avrebbero sicuramente aiutato a contenere la furia dell'acqua, ma in Emilia-Romagna molti progetti sarebbero stati bloccati dal "no" dei gruppi ecologisti, in difesa dell'ambiente e degli animali.

"Negli anni si è cercato di trasformare gli argini in luoghi naturali, ma non è pensabile che si diminuisca la protezione delle persone per altre finalità. Ci sono molti roditori che fanno tane gigantesche e la nutria dall'Italia deve sparire", così il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale che spiega di aver provato a risolvere il problema delle nutrie con diverse ordinanze, ma di essere stato bloccato dagli animalisti spesso anche con minacce di morte

"Nell'evento del 2014 che ha riguardato il fiume Secchia se non ci fossero state le alterazioni prodotte dai mammiferi fossori, l'argine non avrebbe collassato", racconta l'esperto Stefano Orlandini che attribuisce alle nutrie l'indebolimento degli argini dei fiumi e che mostra come le parti collassate corrispondano proprio alle aree dove c'erano le tane realizzate dalle nutrie.

Dall'altro lato, però, ci sono gli ambientalisti che negano parte delle responsabilità dei roditori. "Che gli animali selvatici possono provocare questo tipo di danno è vero. Ma la volontà di realizzare opere che distruggono l'habitat intero sono frutto di una mentalità nazista: una mentalità che vuole sterminare un popolo di nutrie che sono castorini. Io difendo la nutria perché difendo la vita", spiega infine  Welleda Morigi attivista di " Percentualizzazioni".

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