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Al Salone del Risparmio le "Incompetenze nascoste"

Presentato il 4° Rapporto Assogestioni-Censis sulle dinamiche che influenzano le decisioni di investimento dei risparmiatori

Ufficio stampa

La tredicesima edizione del Salone del Risparmio si chiude con un momento dedicato al futuro e ai giovani con la presentazione del 4° Rapporto Assogestioni-Censis, dedicato alle “Inconsapevolezze nascoste”, ovvero alle dinamiche che influenzano le decisioni di investimento dei risparmiatori e i bias che talvolta possono portare a risultati indesiderati. 

Lo studio vuole essere un’istantanea che ritrae i comportamenti degli investitori ed enfatizza gli elementi umani ed emotivi delle decisioni di investimento, nonché aiutare gli operatori del settore a comprendere meglio il sentiment dei risparmiatori e a orientare gli sforzi in tema di educazione finanziaria, uno degli argomenti al centro del Salone 2023. 

Il cortocircuito tra consulenza finanziaria ed educazione  “Per risolvere il problema delle inconsapevolezze nascoste occorre scardinare il cortocircuito che coinvolge la consulenza finanziaria e l’educazione - ha spiegatp Alessandro Rota, Direttore Ufficio Studi di Assogestioni -. Chi è troppo confidente nelle proprie conoscenze finanziarie tende, infatti, a rivolgersi meno ai consigli di un professionista mentre chi possiede delle vere conoscenze si affida di più agli esperti. Fondamentale è, quindi, colmare gap tra percepito e reale".

"Oltre al ruolo delle istituzioni - ha proseguito Rota -, c’è anche un tema di impegno e responsabilità individuale. In questo senso, il nostro Osservatorio sottoscrittori manda segnali positivi: sono 11,5 milioni gli italiani che investono in fondi. Questo significa che oggi un cittadino su cinque utilizza uno strumento di investimento che impone, per sua natura, un approccio alla diversificazione, alla programmazione e all’investimento professionale.”

Il bisogno di una maggiore educazione finanziaria  Dall’indagine è emerso che l’educazione finanziaria dei risparmiatori continua a essere scarsa: il 40,9% non comprende l’effetto dell’inflazione sul potere d’acquisto, il 47,8% le ripercussioni del tasso di interesse sui prestiti bancari, il 41,6% non sa distinguere tra azioni e obbligazioni. E per il 37,4% un investimento remunerativo è solo un colpo di fortuna.

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