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Covid, cani da screening più efficaci dei tamponi antigenici

Uno studio dell'Università politecnica delle Marche conferma che il fiuto di animali addestrati per rilevare la positività dei pazienti al coronavirus è infallibile

Covid, cani da screening più efficaci dei tamponi antigenici

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Nella rilevazione del Covid i cani da screening sono più efficaci dei test antigenici rapidi. Lo rileva lo studio multicentrico "C19-screendog", coordinato dall'Università politecnica delle Marche, con il coinvolgimento dell'Area vasta 3 delle Marche e il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Sassari. Studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Helyon. "L'obiettivo di C19-screendog è stato validare un protocollo innovativo per l'addestramento di cani specializzati nel rilevamento di soggetti positivi al Sars-Cov2 e dimostrare che i cani preparati da cinotecnici esperti, possono rappresentare un valido sistema di screening diretto su persona, senza ricorrere al prelievo di campioni biologici da far annusare".

"Grazie alla capacità degli animali di rilevare le sostanze volatili corporee, si possono raggiungere risultati con specificità e sensibilità comparabile a quella dei test antigienici rapidi", spiega Francesca Soggiu, medico del Servizio di Igiene pubblica della Asl di Sassari ed esperta cino-tecnica.

Milano, ecco i cani anti-Covid in grado di "fiutare" i positivi

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Due pastori tedeschi addestrati a "fiutare" i pazienti affetti da Covid. E' Il risultato di una sperimentazione iniziata ad aprile e ancora in corso tra l’Università degli Studi di Milano, il centro cinofili  e l'ospedale Sacco. I due cani hanno iniziato fiutando garze impregnate di sudore, prelevato a persone affette da Covid-19 e a soggetti già risultati negativi al tampone molecolare. Contando sulle capacità olfattive degli animali addestrati nel distinguere gli odori, i due cani sono stati indotti a fiutare i pazienti infetti. L'addestramento si è svolto in un'area interna del Sacco, priva di possibili distrazioni e soprattutto esente da potenziali fonti di contaminazione olfattiva. Nel futuro, spiega la professoressa Maria Rita Gismondo, "è auspicabile immaginare non ovviamente una sostituzione agli strumenti che abbiamo, ma un ottimo aiuto e supporto alla sanità pubblica ovunque vi siano ingressi di masse di persone. E' la prima volta che si hanno questi risultati in Europa".

Durante lo studio sono stati raccolti campioni di sudore per l'imprinting dei cani nei drive in AV3 Marche e Asl Sassari: i campioni sono stati collezionati e crio-conservati nei laboratori di ricerca delle due Aziende sanitarie. Successivamente, seguendo uno specifico protocollo, i cani sono stati educati dai cinotecnici a distinguere i campioni positivi dai negativi, sedendosi per segnalare i positivi e ignorando i negativi.

Nell'ultima fase del progetto si è passati alla validazione del test ai drive in: è stato dimostrato che i cani sono capaci di segnalare persone positive in una situazione reale, dove non è più il campione di sudore a essere annusato, ma la persona stessa. In cinque mesi sono stati testati 1.251 soggetti, tra vaccinati e non, di cui 206 positivi.

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